Oli essenziali negli allevamenti: si contrasta (anche) così l’antibiotico-resistenza

Alberto Garcia in una scena da un video di Betalia ES© dedicato a Prebionat

Riflettori accesi da parte della stampa spagnola nei giorni che hanno preceduto il Capodanno, per un allevamento che ha saputo dimostrare in maniera semplice ed efficace quanto l’intero mondo allevatoriale avrebbe potuto (e potrebbe) fare per evitare l’abuso di farmaci che tanto ha inciso negativamente sul grave fenomeno dell’antibiotico-resistenza.

Al centro dell’attenzione dei media iberici è finita un’azienda agricola di Olmedo, nella provincia di Valladolid, il cui proprietario – Alberto Garcia – ha da qualche anno sostituito con successo gli antibiotici con delle infusioni di erbe officinali, fatte da lui stesso. «Il risultato è presto detto», testimonia l’allevatore, «perché così facendo gli agnelli si ammalano molto di rado».

Il sistema messo a punto da Garcia per riuscire ad ridurre la somministrazione di antibiotici ai propri animali consiste in un sistema di vaporizzazione di infusi aromatici nella stalla. La diffusione delle sostanze – timo, rosmarino, eucalipto e menta, a cui viene aggiunta la barbabietola – avviene ogni mattina; a preparare gli infusi – con ingredienti coltivati in proprio – e a somministrarli è il medesimo Garcia, che ha denominato il proprio metodo “Prebionat”.

«Prebionat», spiega l’allevatore, «non è un probiotico che interviene sulla flora batterica, correggendola, ma ha il potere di stimolare i batteri stessi che sono già presenti nel organismo dell’animale». Il metodo, efficace e scientificamente approvato, è pronto per essere esportato in altri Paesi europei, a cominciare da Germania, Grecia e Italia.

Una fattoria esemplare
Su vari aspetti dell’”arte di allevare”, l’azienda di Alberto Garcia si è saputa distinguere, nel tempo: nell’accompagnare il risveglio degli animali con la musica, nell’introdurre per lo svezzamento un latte di pecora ricco di Omega3, nell’adottare un sistema robotizzato per la gestione di tetti e finestre – in ragione del clima registrato all’interno della stalla – e nel misurare l’impronta di carbonio per inquinare di meno.

13 gennaio 2020

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