Francia: 131 allevatori rigenerano le loro attività con Herby e metodo Voisin

foto Caveb©

Latte dell’erba, latte fieno o Heumilch che dir si voglia, che sia bio o non bio, o addirittura accompagnato dal marchio Demeter©: i buoni latti esistono e non sono mai uguali nè uno all’altro né a sé stessi nel tempo. L’erba crescendo cambia, ed è diversa da terreno a terreno, in ragione dei miscugli seminati o della flora spontanea che compone il prato, ma anche dell’accrescimento, della maturazione, della composizione e dell’esposizione del suolo stesso al sole.

Argomentazioni analoghe possono tranquillamente essere addotte parlando di fieni, sul cui valore incidono anche le tempistiche di sfalcio, i metodi di essiccazione, la bontà della conservazione del prodotto. Ma anche – non vanno dimenticati – la cultura del fieno (notevole, dove sia stata conservata, è ad esempio quella altoatesina, tirolese e bavarese) e i supporti tecnologici di cui i produttori potrebbero essersi dotati (molto bene i fienili per la conservazione di prodotto sciolto, essiccato grazie alla circolazione di aria calda; bene i veri e propri silos del fieno; criticità invece per il sistema delle rotoballe fasciate).

foto Life + Herby©

Il buon latte – lo sanno i nostri lettori più affezionati – esiste, e fa bene: lo affermammo senza temere smentite nell’autunno del 2016, quando organizzammo la nostra prima giornata sui latti a confronto (all’epoca due latti dell’erba/fieno vs. due latti dei mangimi). Lo abbiamo ribadito negli appuntamenti che hanno accompagnato e sostenuto lo sbarco di uno dei latti più interessanti disponibili in Italia: il latte Salvaderi (bio – non Demeter – da vacche Guersney al pascolo, caratterizzato dalla preziosa caseina A2A2, altamente digeribile) a Roma e nel Lazio.

Il buon latte non è solo questione di pascolo, o di marchio “bio”
Dicevamo che il buon latte esiste e fa bene. Lo sosteniamo in maniera ancora più decisa oggi, dopo che i francesi Inrae (Institut National de Recherche pour l’Agriculture, l’alimentation et l’Environnement) e Cirad (Centre de Coopération Internationale en Recherche Agronomique pour le Développement) hanno presentato, martedì e mercoledì scorsi, i risultati del progetto scientifico denominato Herby®  – avviato il 1° giugno del 2014 nell’ambito delle attività di Life+ e basato sulla pratica di pascolamento Voisin – in cui sono stati coinvolti la bellezza di 131 allevatori di bovini da latte e da carne.

foto Life+ Herby©

“La corretta gestione del pascolo”, hanno spiegato i ricercatori,“laddove il sistema di allevamento lo consenta, è uno strumento importante per garantire una duratura produzione erbacea e un’elevata qualità del prato”. “Il pascolamento non può essere un’attività improvvisata: va pianificato in base alle risorse disponibili e deve prevedere frequenti spostamenti della mandria, attraverso l’utilizzo delle recinzioni mobili”.

In ogni azienda, a seconda delle variabili in gioco, il momento ideale del pascolamento andrà scelto in ragione dello sviluppo fisiologico delle specie vegetali presenti, in maniera da ottenere il miglior rapporto quantità/qualità del foraggio, senza compromettere la persistenza delle piante foraggere.

«L’obiettivo», ha spiegato la coordinatrice del progetto Anne Porchet, «consisteva nel testare su larga scala una tecnica di pascolamento molto interessante dal punto di vista delle prestazioni ambientali e operative». Per fare ciò, la cooperativa di allevatori Caveb si è circondata di numerosi partner tecnici, scientifici (oltre a Inrae e Cirad, l’Università di Rennes) e finanziari, formando ventidue gruppi di consulenza che hanno coinvolto e seguito un numero di allevatori davvero importante.

Stando a quanto riferito dai ricercatori, nel progetto Herby® giocano un aspetto rilevante sia l’aumentata vita del prato che la presenza e la conservazione delle siepi: due aspetti che inicidono favorevolmente sull’ecosistema, migliorando lo stoccaggio di carbonio. Altrettanto importante, se non basilare, sono e saranno il coinvolgimento dell’allevatore e la sua capacità di monitorare regolarmente lo stato vegetativo dell’erba, di acquisire informazioni derivanti dall’osservazione, e di tenerne di conseguenza conto.

A poco più di due mesi dal termine del progetto Herby®  diversi risultati lasciano pensare che larga parte delle produzioni qualitative e naturali, d’ora in avanti, si muoverà in questa direzione: tra di essi la tendenza registrata verso il miglioramento dell’economia aziendale (spese più contenute per alimentazione animale e veterinaria; maggior efficacia e produttività; riduzione dell’impegno lavorativo; etc.) e il coinvolgimento degli allevatori, che si sono pronunciati favorevolmente alla possibilità di intraprendere future collaborazioni.

Guardando al futuro, l’aspetto che più fa ben sperare è la disponibilità di tutti gli allevatori coinvolti nel progetto Herby® a proseguire nell’esperienza, a cominciare dalla tavola rotonda in programma per il 31 marzo, giornata conclusiva delle attività di Herby®, in cui è annunciata una loro massiccia presenza. Tre nuovi corsi saranno inoltre offerti, anche ad altri allevatori, giovedì 30 gennaio e giovedì 6 febbraio. «La sfida che ci si presenta adesso», sostiene Anne Porchet, «è quella di riuscire ad ottenere nuovi finanziamenti per continuare l’avventura». Molto molto difficile darle torto.

27 gennaio 2020

Per saperne di più:

Progetto European Life Herby PTD (Pâturage Tournant Dynamique; trad.: Pascolo turnato dinamico)
Riferimento del progetto: “Life13 Env / FR / 001315”
Coordinamento: Caveb
Responsabili progetto: Anne Porchet e Joséphine Cliquet
Caveb La Bressandière – Châtillon sur Thouet | BP 80183 | 79205 Parthenay Cedex
tel : +33.05.49.95.44.20 – Segreteria telefonica: +33.05.49.95.44.29
e-mail: lifeptd@caveb.net
sito web: www.caveb.net