Un farmaco antitumorale sin qui prodotto – con costi molto elevati – in laboratorio, attraverso l’impiego di topi geneticamente modificati, potrebbe in un prossimo futuro essere realizzato utilizzando capre ogm, rendendolo accessibile ad un numero assai maggiore di pazienti.
La notizia arriva dalla Nuova Zelanda, dove gli studiosi dell’istituto governativo AgResearch hanno ultimato la fase sperimentale dell’attività che dovrebbe portare alla produzione del Cetuximab, un MAb (Monoclonal Antibodies), vale a dire un anticorpo monoclonale.
Come spiegano i ricercatori neozelandesi, “gli anticorpi monoclonali sono importanti perché hanno la capacità di rilevare un bersaglio unico e specifico”, operando una azione mirata, nella fattispecie su cellule tumorali, per concentrare la loro azione di contrasto su di esse.
La previsione degli studiosi, spostando la produzione dai laboratori a specifici allevamenti che operano per AgResearch e realizzando il farmaco attraverso il latte delle capra, è quella di avere il medesimo prodotto a costi notevolmente ridotti.
Il responsabile del gruppo di ricerca, Dr. Götz Laible, ha dichiarato che, «a parte l’importante cambiamento nel loro latte, le capre utilizzate risultano essere assolutamente sane e normali».
“Molti dei nuovi farmaci di successo utilizzati nella lotta ai tumori”, spiegano i ricercatori neozelandesi in una nota stampa, “hanno costi di produzione maggiori rispetto ai farmaci delle generazioni precedenti – prevalentemente proteine complesse chiamate “anticorpi monoclonali” – in quanto complicati da produrre».
Il Cetuximab, destinato a soggetti affetti da cancro del colon-retto è stato testato con buoni risultati anche in alcuni altri tumori, come quelli polmonari, e viene commercializzato con il nome “Erbitux”: nel Nord America dalla Bristol-Myers Squibb e nel resto del mondo dalla Merck Serono. Per farsi un’idea del prezzo del prodotto basterà dire che un trattamento di un mese si aggira attorno ai 13mila dollari statunitensi: un costo così alto da tagliare fuori dal suo utilizzo milioni di malati.
22 giugno 2020