Tenuta Suvignano: da luogo delle mafie a “Centro delle competenze” rurali e pastorali

Uno scorcio delle campagne in cui si insedia il “Centro delle competenze” rurali e pastorali, nella Tenuta Suvignano di Monteroni d’Arbia, sequestrata alle mafie nel 1983

Un nuovo passo avanti è stato compiuto nei giorni scorsi, nel percorso di rinascita della Tenuta Suvignano di Monteroni d’Arbia, con l’avvio dell’attività del nuovo “Centro delle Competenze” sui prodotti agricoli e tradizionali. L’azienda – oltre 700 ettari dislocati tra Monteroni d’Arbia e Murlo, in provincia di Siena – vede concretizzarsi un passaggio molto concreto del processo di riscatto che la Regione Toscana ha avviato nel 2019, nella gestione di un bene confiscato alla mafia nel 1983.

Da bene immobiliare oggetto di speculazioni illecite e criminose, la tenuta diventa così il cuore pulsante di una nuova cultura della legalità, di produzioni ecosostenibili già avviate, e – con l’operazione in oggetto – il centro di una futura valorizzazione e promozione della cultura rurale tradizionale, non solo toscana.

Uno sguardo su una parte dei 700 ettari della Tenuta Suvignano di Monteroni d’Arbia, sequestrata alle mafie nel 1983 – foto dalla pagina Facebook della Tenuta Suvignano©

Il processo è stato avviato giovedì 8 e venerdì 9 scorsi, attraverso due giornate di lavoro da remoto su piattaforma social Facebook, che hanno coinvolto referenti del mondo accademico e della ricerca scientifica (Università toscane, Accademia dei Georgofili), dell’associazionismo (Anci), dell’agricoltura e di altri settori economici.

Gli esperti si sono trovati attorno ad una tavola rotonda sul tema del “Valore ecosistemico e multifunzionale dei prodotti tradizionali e il centro delle competenze: un valore aggiunto per i territori”, definendo gli àmbiti operativi, i controni dell’operazione, gli obiettivi, l’agenda dei lavori e – non ultimo – dando vita al “Comitato Promotore per il Centro delle Competenze dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali”.

Un’esterna dell’agriturismo della Tenuta Suvignano di Monteroni d’Arbia, sequestrata alle mafie nel 1983 – foto dalla pagina Facebook della Tenuta Suvignano©

Due i progetti avviati e quattro i tavoli tematici aperti: nel progetto “Cambio Via” sono stati definiti come partner gli enti regionali di Corsica, Liguria, Sardegna e Toscana, mentre il progetto “Stato dell’arte dei Pat in Toscana” vedrà impegnate le organizzazioni agricole e le direzioni regionali suddette. Il coordinamento dei tavoli tematici è stato affidato a vari  Professori degli atenei toscani e all’Accademia dei Georgofili.

Particolare peso nel progetto complessivo è stato dato alla valorizzazione degli itinerari della transumanza: un gruppo di cavalieri dall’Appennino toscano raggiungerà la Maremma lungo i percorsi battuti per secoli dai pastori. Verranno organizzati, eventi culturali e folkloristici e una mostra sulle pratiche della transumanza che coinvolgerà gli esercizi commerciali del territorio, con recupero di antiche ricette del mondo pastorale.

Il rilancio dei Pat della Regione Toscana
La Toscana conta 461 Pat (Prodotti Agroalimentari Tradizionali), espressione delle culture e delle vicende storiche espresse dai vari territori: dai i brigidini di Lamporecchio alla Schiacciata fiorentina, dal Castagnaccio alla Salsiccia di cinghiale, dalla Patata rossa di Cetica alla Pera picciola, dalla Ribollita al Cacciucco livornese, per citarne alcuni.

Si tratta di un universo di piccole produzioni, meno conosciute ma profondamente legate a contesti territoriali circoscritti e ad antiche pratiche che, al pari delle produzioni di punta (purtroppo ormai largamente industrializzate, ndr), raccontano e rappresentano l’affascinante storia della cultura rurale toscana. “Riconoscere e valorizzare questo “tesoro nascosto” della nostra terra”, è stato scritto in un lancio d’agenzia della Regione Toscana in questi giorni, “significa preservare i territori, l’ambiente, il germoplasma, la cultura gastronomica, ma anche creare nuove opportunità di crescita per le comunità che rendono viva, ospitale e accogliente la nostra Regione”.

Il “Centro delle competenze” di Suvignano
“I Centri delle conoscenze e delle competenze”, sottolinea il Centro media della Regione Toscana, “mirano a riunire esperti che forniscano elementi per orientare la definizione di politiche basate sull’evidenza scientifica, al fine di scambiare le diverse competenze ed esperienze collettive nei diversi ambiti. La realtà che verrà allestita a Suvignano costituirà una base di dati e informazioni scientifiche e culturali indispensabili per elaborare strategie volte allo sviluppo e alla valorizzazione economica e culturale del patrimonio delle nostre tradizioni enogastronomiche”.

12 ottobre 2020