ProSpecieRara al lavoro per salvare quattro razze svizzere dall’estinzione

Esemplari di capra Vallesana dal collo rosso – foto ProSpecieRara©

Un passo avanti nel recupero di razze rustiche da reddito a rischio d’estinzione è stato di recente avviato da ProSpecieRara. L’associazione svizzera, lunedì scorso 19 ottobre, ha infatti comunicato l’iscrizione di quattro razze ovicaprine di origine vallesana nell’elenco ufficiale delle razze elvetiche, gestito dall’UFAg (Ufficio Federale dell’Agricoltura).

Si tratta di tre razze caprine e di una ovina – la pecora di Saas e le capre Vallesana dal collo rosso; Vallesana dal collo grigio e Sempione – che attraverso questo atto godranno di un regime di tutela e valorizzazione ufficiale, che era nell’aria da qualche tempo, e che tornerà utile per procedere nella complessa attività di supporto di cui il più autentico patrimonio genetico del Paese necessita.

Esemplari di pecora di Saas – foto ProSpecieRara©

Iscrizione all’elenco delle razze svizzere e popolazioni
Per inquadrare i meccanismi che regolano la materia, basti sapere che l’UFAg consente di riconoscere come svizzere solo le razze la cui storia di allevamento è iniziata prima del 1950: un limite che di fatto non permette di creare “nuove razze ufficiali”. Nel caso di queste quattro razze l’iter per l’iscrizione è stato relativamente veloce: “il contesto storico era già ben studiato e documentato”, spiegano i responsabili di ProSpecieRara, “e il riconoscimento delle quattro razze vallesane è stata solamente una formalità”.

Al momento la popolazione di queste pecore e capre è la seguente:

– Pecora di Saas (585 pecore, 110 montoni)
– Capra vallesana dal collo rosso (339 capre, 97 becchi)
– Capra dal collo grigio (85 capre, 32 becchi)
– Capra Sempione (87 capre, 43 becchi)

Come funziona il salvataggio di una razza
Le dinamiche di salvataggio di una razza minacciata sono spesso simili: in genere, dopo aver subìto una drastica riduzione della popolazione (un po’ per l’abbandono delle terre, in po’ per l’erosione genetica causata dall’introduzione di animali iperproduttivi), una razza rustica locale, a volte senza un nome preciso (in molti casi era semplicemente “la capra” o “la pecora”), cade irrimediabilmente nell’oblio della gran parte della gente.

Per fortuna esistono singole persone che ancora si interessano a questi fenomeni – allevatori amatoriali e professionali, veterinari, etc. – e un’associazione come ProSpecieRara (in Italia è presente l’associazione Rare – Razze Autoctone a Rischio di Estinzione) che si preoccupano di cercare gli ultimi capi sopravvissuti di ogni razza ancora recuperabile, e i loro allevatori.

Ovviamente, si cerca di approfondire per inquadrare la singola razza e il contesto in cui essa si è adattata nel tempo ai territori a cui la si lega, attraverso ricerche tese a scoprire innanzitutto se la razza in questione è o meno una razza storica. A tal fine sono utili o spesso preziose delle prove fotografiche, in genere recuperate tra gli abitanti, attraverso ricerche negli album di famiglia. Una volta che la situazione della razza è stata messa a fuoco e la documentazione ha assunto un valore probatorio, ProSpecieRara richiede all’UFAg l’istituzione di un libro genealogico in cui vengano registrati gli animali esistenti e annotate questioni rilevanti, come le parentele tra di essi, se conosciute, per evitare in seguito accoppiamenti in consanguineità.

Se la razza non ha un nome certo, innanzitutto si cerca di risalire ad esso attraverso i ricordi degli allevatori più anziani, poi – vada come vada – gliene viene attribuito uno, in collaborazione con allevatrici e allevatori. 

Nel programma di mantenimento e recupero sarà poi importante allargare la cerchia degli allevatori-custodi, operando incontri regolari tra di essi, concordando uno standard di razza comune da rispettare, coordinati da associazioni come la svizzera ProSpecieRara e l’italiana Rare. Un ulteriore passo verso la salvaguardia è quello relativo alla creazione di singole associazioni di razza, che vengono investite dei compiti e delle responsabilità più rilevanti e che possono seguire da vicino e con la necessaria regolarità e premura tutte le attività tese al mantenimento, all’accrescimento della popolazione e alla valorizzazione delle singole razze.

26 ottobre 2020