
Il team dell’Institut für Tierschutz Wissenschaft (Istituto di Scienze per il Benessere degli Animali) di Vienna ha comunicato mercoledì scorso, 11 novembre, l’esito della prima fase di una sperimentazione che tende a studiare l’interazione uomo-animale in situazioni di particolare naturalità e rispetto, avendo come termini di valutazione delle manze alimentate ad erba e fieno, senza forzature, mantenendo la massima attenzione per evitare ad esse ogni disagio.
Sono stati esaminati gli effetti di tali azioni sulla frequenza cardiaca e sul comportamento degli animali, a seguito dell’interazione con un ricercatore, che avvicinandosi con estrema cautela ha “parlato” a bassa voce mentre accarezzava i loro colli. In sostanza, i veterinari austriaci coinvolti nel progetto hanno dimostrato che le bovine da latte trovano rilassante la voce umana, se espressa gentilmente e arrivano a distinguere la voce in presenza rispetto a quella registrata.
Il team dell’istituto viennese ha poi descritto i risultati dello studio in un articolo apparso sulla rivista “Frontiers in Psychology”. Sono stati esaminati innanzitutto gli effetti sulla frequenza cardiaca e sul comportamento di un gruppo di manze, sottoposte all’interazione con un ricercatore che rivolgeva loro parole a bassa voce, mentre gli accarezzava il collo.
“La qualità del rapporto animale-uomo”, affermano gli studiosi austriaci, “e di conseguenza il benessere degli animali può essere migliorato attraverso interazioni delicate come l’accarezzamento e il “dialogo”.
Durante i test, sono state confrontate le reazioni delle manze sottoposte a carezze sul collo, accompagnate da espressioni orali del veterinario – in loco – pronunciate con toni rassicuranti. Dopodiché l’esperimento è stato ripetuto con una voce registrata dallo stesso operatore.
Ogni animale è stato testato tre volte in presenza e tre in registrata, includendo in ogni prova un pre-stimolo (parlare), uno stimolo (accarezzare e parlare) e un post-stimolo (parlare). In entrambe le condizioni sono state ripetute le stesse frasi, con contenuto positivo, pronunciate con calma, usando vocali estese e toni bassi. Tutti i test sono stati video-registrati e analizzati per valutare i comportamenti associati alle diverse situazioni.
Sono stati misurati quindi gli effetti sui loro parametri “cuore”, valutando la variabilità della frequenza cardiaca: indipendentemente dagli stimoli uditivi, durante la carezza si è sempre riscontrato l’allungamento del collo per periodi più o meno lunghi. Questo ha confermato l’ipotesi di una percezione positiva all’atto del carezzare. La frequenza cardiaca è aumentata leggermente nell’atto dell’accarezzamento e della emissione vocale in presenza, per scendere sotto alla frequenza normale al termine della stimolazione.
La responsabile del gruppo di lavoro, Dr.ssa Annika Lange ha spiegato che «quando sono state accarezzate, le manze hanno trascorso più tempo del solito con il collo esteso: una postura che si riscontra anche nelle bovine adulte – in lattazione – durante la toelettatura. In sostanza, l’allungamento del collo è stato così interpretato come un segnale di piacere.
I ricercatori hanno anche registrato la posizione delle orecchie delle giovani bovine scoprendo che negli stati di rilassamento esse sono rivolte verso il basso. Al contrario, nelle situazioni avverse (ad esempio durante la decornazione) le orecchie assumono una posizione eretta, con movimenti ripetuti.
Il programma di lavoro dell’istituto prevede per il prossimo futuro l’esame degli effetti fisiologici sui livelli di immunoglobulina A, cortisolo e ossitocina. Si ritiene che queste informazioni potranno incidere sulla produttività lattea e sugli standard del benessere. Non si esclude che questo particolare trattamento possa incidere anche sulla longevità degli animali.
16 novembre 2020
Lo studio (in lingua inglese) è consultabile cliccando qui