Chi agisca per la riconquista di una dimensione naturale del produrre latti, carni e derivati prodotti da animali allevati al pascolo (a fieno nelle stagioni avverse) ha a che fare con una serie di messe a punto di dettagli sostanziali, come la varietà e la qualità dell’erba di cui il pascolo è composto, la cura per avere nel tempo una disponibilità adeguata di risorse alimentari sufficienti al sostentamento e alla salute degli animali, la tecnica di gestione del pascolamento e altro ancora di strettamente legato alla loro alimentazione (l’accesso all’acqua per l’abbeverata; la qualità dell’acqua, la distanza che intercorre tra essa e l’area del pascolamento, etc.).
Ma non solo. Quando si arrivi a considerare l’impatto che la presenza degli animali ha sull’ecosistema locale, non sarà difficile comprendere come essa possa portare vantaggi se ben gestita, vale a dire sulla fertilità del terreno, e sulla biodiversità vegetale e animale. Ma anche svantaggi, se gestita nell’improvvisazione, da cui deriveranno il deperimento della qualità dell’erba e la crescita di infestanti, tanto per dirne due.
Tra le altre problematiche derivanti dal pascolamento, assolutamente non evidente a occhio nudo, ma ancora molto diffusa, grave, e da correggere, troviamo il fenomeno di inquinamento da antielmintici. Si tratta di una categoria di farmaci utilizzati dalla medicina veterinaria per eliminare diversi tipi di vermi – o elminti – che possono infestare l’organismo provocando l’elmintiasi.
Analogamente a quanto accade per gli antibiotici, esiste il fondato timore che un uso eccessivo di antielmintici crei resistenza e comporti il rischio di ritrovarne tracce – anche importanti – nei latti, nelle carni e nei prodotti da essi derivati. È per questo che tali agenti di sverminazione sono contingentati per le aziende agricole biologiche.
Per trovare un’alternativa ad essi, un team di ricerca tutto tirolese (Nord e Sud Tirolo) è da qualche tempo impegnato alla ricerca di alternative naturali. A dirigerlo sono il Prof. Matthias Gauly, docente di Zootecnica alla Libera Università di Bolzano, il Prof. Hermann Stuppner, preside dell’Istituto di Farmacia dell’Università di Innsbruck, e il Prof. Stefan Martens, del gruppo Biotecnologia dei prodotti naturali della Fondazione Edmund March di San Michele all’Adige.
In un progetto comune, denominato “Herbal”, gli scienziati stanno studiando le erbe tipiche alpine per il loro effetto antielmintico e per la tolleranza che gli animali da allevamento dimostrano di avere o svluppare verso di essi.
«Da un lato», spiega il Prof. Matthias Gauly, «il progetto Herbal mira a stabilire una strategia di sverminazione basata sulle erbe alpine che crescono nella regione. Dall’altro, vogliamo anche fornire la base scientifica per nuovi modelli di business, ovvero la coltivazione di erbe e la produzione di tali farmaci alternativi da parte di agricoltori e start-up».
Agli esperti coinvolti presso l’Istituto di San Michele all’Adige sono stati affidati la selezione e i metodi di coltivazione delle erbe di montagna potenzialmente più efficaci. Queste vengono poi analizzate chimicamente dall’équipe di Innsbruck.
A Bolzano, Matthias Gauly e la ricercatrice Ioanna Poulopoulou lavorano invece sulla selezione delle erbe più efficaci nel trattamento degli animali da allevamento. In una prima fase, vari estratti di erbe saranno testati in laboratorio su colture in vitro di vermi. In una seconda fase, i ricercatori verificheranno la tolleranza degli estratti più promettenti testandoli sui polli per verificare che essi combattano con successo i parassiti. Se tali test permetteranno di individuare uno o più prodotti efficaci, verrà effettuata un’ulteriore sperimentazione in un’azienda agricola.
Herbal è finanziato dall’Euregio Science Fund e dovrebbe essere completato entro tre anni. «La pandemia», ha concluso Gauly, «ha naturalmente condizionato e limitato anche le nostre attività di ricerca. Ciononostante abbiamo assegnato un’alta priorità a questo progetto che può fornire impulso a una maggiore sostenibilità e regionalità dell’allevamento”.
16 dicembre 2020