Animali liberi dal placebo: se l’omeopatia funziona su loro, funziona anche su noi

Una delle illustrazioni del libro della veterinaria Carla De Benedictis. Tratta di parassitosi, un tema assai scottante per chi usa farmaci di sintesi, per la grave responsabilità ambientale che comporta

Se solo sapessimo compiutamente cos’è Big Pharma e quali speculazioni e mostruosità opera – da sempre e tuttora – sulle nostre vite, allora saremmo più attenti a recepire proposte alternative che ci giungono dalla medicina naturale. Lo stesso dicasi per la veterinaria.

E se poco siamo avvezzi a pensare alla loro validità e a concedere una minima linea di credito verso di esse, ciò dipende proprio per la cortina di fumo che la lobby farmaceutica mondiale ha alzato tra noi e le medicine non convenzionali.

Chi scrive questo articolo ha avuto sin qui raramente bisogno di cure mediche (facciamo gli scongiuri!), ha sempre ridotto al minimo l’assunzione di  farmaci allopatici ed ha avuto la fortuna di essere seguito da medici di base tutt’altro che avvezzi a propinare medicinali di sintesi a piene mani. Tutt’altro.

Mi ha molto colpito, nei giorni scorsi – venendo a conoscenza dell’uscita di un nuovo libro di veterinaria – e avendo il piacere di parlare con la sua autrice, Carla De Benedictis, il caso di un gregge predato anni fa da cani randagi, in cui i soggetti interessati – pecore da latte – erano a distanza di giorni ancora visibilmente scossi.

Mi è rimasta impressa la descrizione minuziosa della suddetta dottoressa, che operò l’intervento senza utilizzare farmaci “convenzionali” bensì con medicinali omeopatici. I motivi per cui ne sono rimasto impressionato sono vari: di veterinaria alternativa assai poco si parla, anche tra allevatori, e chi accetti di curare i propri animali con metodi naturali in genere, preferisce non si sappia.

Ma ancor più mi ha colpito che le suddette pecore, scosse dall’attacco dei predatori, dopo quell’intervento sono letteralmente rifiorite.

Mi è rimasta impressa poi – più d’ogni altra cosa – una riflessone, nata spontanea in me: se è ammissibile e plausibile un’ipotesi di effetto placebo sull’essere umano, essa sugli animali dev’essere scartata nella maniera più assoluta. Vale a dire che è proprio nel campo della veterinaria che l’omeopatia e le terapie naturali debbono trovare il loro riscatto più certo – e definitivo – dalla diffusa detrazione che le colpisce.

Fermo restando che d’ora in avanti uno dei miei propositi più fermi sarà quello di convincere la Dr.ssa De Benedictis a ripetere l’esperienza su un gregge predato – e allora vorrò esserci, per documentare e testimoniare – ho deciso di andare a caccia di notizie sull’omeopatia, sulla sua reputazione e su quant’altro mi ronzava in testa e che ho su espresso in apertura di articolo.

Bene. Ho cercato e trovato: solo conferme a più che leciti dubbi. E posso dire che assai verosimile Big Pharma può aver orchestrato – da immemorabile tempo – e protratta senza tregua una vera e propria strategia di discredito nei confronti delle medicine naturali e dell’omeopatia, sia in campo medico che veterinario. E su questo sappiate una cosa: la rete è ben generosa se si vuole trovare materiale sul tema.

Cercando “omeopatia detrattori” si può agevolmente scoprire che – last but not least – nell’ottobre scorso, in Australia, è stata smascherata un’enorme montatura ordita da un pezzo importante del mondo scientifico “convenzionale” proprio contro omeopati e omeopatia. Ma nessuno, fatte poche eccezioni – fateci caso – ne ha parlato. Le “prove”? tutte artefatte, le accuse: un castello di enormi menzogne. Le attività di diffusione di esse: nulla di lasciato al caso. Una vera e propria “strategia contro”.

Inoltre, e per intenderci bene, se vogliamo vedere in che situazione ci ha messo la veterinaria sistemica, basti guardare alla reiterazione dei trattamenti soppressivi, ad esempio nelle mastiti, operata mantenendo inalterato il sistema produttivo di tipo intensivo. Essa è la prima causa della diffusione dell’antibiotico-resistenza (o anti microbico resistenza), che pur non facendo parlare molto di sé è destinata a causare più morti del Covid-19. È in questo senso che dev’essere inteso il ruolo integrato dell’omeopatia – non più procrastinabile – per il contenimento della sua escalation.

L’omeopatia è riconosciuta dalla conferenza Stato-Regioni, ma non solo: all’IZS c’è un dipartimento che la studia, i medicinali sono approvati dall’AIFa (Agenzia Italiana del Farmaco) e il codice deontologico veterinario afferma che può essere praticata solo da chi ne ha i titoli. Inoltre, i medicinali omeopatici sono prescrivibili con ricetta elettronica veterinaria veterinaria

Un libro che non deve mancare nelle vostre librerie
Ma torniamo al suddetto libro, che è intitolato “Omeopatia – Un vestito su misura”: a mio avviso è interessante conoscere l’approccio che ha l’omeopatia sul paziente, cosa che qui è compiutamente e chiaramente narrata. A differenza della medicina e veterinaria “ufficiali”, che curano somministrando il “contrario”, l’omeopatia cura attraverso il “simile”.

Lo spirito con cui il volume è nato è proprio quello di chiarire a chi abbia mente libera e voglia di scoprire – e di mettere in discussione credenze calate attraverso il discredito – su quali concetti si basa questo metodo terapeutico: i principi epistemologici, ma anche la sperimentazione, le ricerche effettuate, e i lavori scientifici che provano la sua efficacia.

Per raggiungere il suo scopo in maniera “leggera”, invogliando il lettore ad addentrarsi in questa materia complessa, l’autrice ha corredato il volume con disegni di animali, molto immediati e antropomorfi, che rendono bene l’idea dei concetti enunciati.

Interessante l’inserto “Repertorio Omeopatico”, in cui l’autrice svela gli strumenti che gli omeopati utilizzano per arrivare alla prescrizione di un unico medicinale che racchiuda tutta la sintomatologia del paziente.

A colpirmi, in questa lettura, sono sia il rigore della medicina omeopatica, che dev’essere totalmente personalizzata per poter funzionare bene (come “un vestito su misura”, appunto) che la capacità del medicinale omeopatico stesso di agire sulla mente dell’individuo – sia esso persona o animale – alleviando traumi, stati emotivi negativi e problemi caratteriali.

Nel complesso il libro risulta scorrevole e avvincente; al tempo stesso rimane utile per future consultazioni: la sua lettura ci è apparsa agevole e i contenuti interessanti, la narrazione è efficace, per di più supportata da esaustive illustrazioni.

Apprezzabile infine l’epilogo, dedicato al benessere animale: un supporto utile in senso lato, ma ancor più prezioso oggi, per chi voglia decifrare le molte speculazioni perpetrate da chi abusa del termine, vale a dire alla gran parte di chi lo utilizza – le industrie e i loro comunicatori, in primis – nel tentativo di scagionare una zootecnia – quella intensiva – che mentre spreme gli animali per produrre quantità innaturali di prodotto (latte) a velocità altrettanto innaturali (carne), cerca di convincere noi (l’altra componente maltrattata) che tutto va bene, e che di problemi non ce ne sono.

In questo senso sarà interessante andare a rileggere l’architettura della certificazione rilasciata alle industrie dal CreNBA (Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale: uno strumento creato ad hoc per supportare le industrie nelle attività di rassicurazione rivolte ai consumatori), sul benessere animale, accompagnando quella alla consultazione di questo libro. 

Concludiamo con le parole di Carla De Benedictis che ci tiene a rammentarci che “l’efficacia dell’omeopatia va provata sugli unici pazienti liberi da pregiudizi e non suggestionabili: gli animali”, e questo è un invito alla verifica, che vogliamo porgere a chi tra voi, lontano da sovrastrutture mentali sia, al tempo stesso, libero e desideroso di provare, per capire.

8 marzo 2021

Una lettura interessante per chi voglia approfondire sulla medicina omeopatica, dal sito web del Dr. Paolo Campanella:
Cura – “Il rimedio stimola la reazione del malato, ed è questa a guarirlo”