Grazie alle capre (e alla tecnologia) potremo prevedere le attività vulcaniche dell’Etna

Eruzione del vulcano Etna
Un’eruzione dell’Etna del 2011, l’anno in cui il Progetto Icarus prendeva il via alle pendici del vulcano – foto Cirimbillo© – Creative Commons License

Pecore e capre sono animali straordinari, con doti predittive fuori dal comune: se da un canto le prime riescono a sentire i terremoti in anticipo rispetto a qualsiasi altro essere (ne parlammo quattro anni fa), da un altro le capre stanno dimostrando la dote di saper percepire l’incombenza delle attività vulcaniche.

A scoprirlo sono stati i ricercatori del Max Planck Institute of Animal Behavior di Radolfzell, cittadina nei pressi di Costanza, in Germania. Alcuni mesi fa un team di scienziati dell’istituto ha rilanciato uno studio che venne avviato anni fa, nel territorio di Randazzo, alle pendici settentrionali dell’Etna. Lo ha fatto dotando dieci capre di particolari sensori, con l’obiettivo di studiare in tempo reale il loro comportamento, al fine di verificare la loro capacità di avvertire in anticipo le attività vulcaniche.

Capra argentata dell’Etna
Un esemplare di Capra argentata dell’Etna – foto Capre.it©

La ricerca, che prende il nome di “Progetto Icarus”, ha avuto una prima fase in cui i ricercatori hanno vissuto stabilmente nel territorio catanese, per impostare tutte le attività necessarie a concludere lo studio. Attività che in seguito sono state condotte da remoto: dal loro istituto infatti gli studiosi hanno monitorato (e continuano a monitorare) le loro ”collaboratrici a quattro zampe”, ricevendo i parametri trasmessi tanto dalla singola capra quanto dall’intero gregge (dati medî) per ciò che concerne la posizione, il movimento, la temperatura, l’umidità dell’aria, etc.

Il Prof. Martin Wikelski
Il Prof. Martin Wikelski del Max Planck Institute – foto Max Planck Institute of Animal Behavior ©

Lo studio non è il primo che viene condotto in questo ambito dal gruppo di ricerca del Max Plank Institute, e si basa sulle intuizioni – di cui è già stata ampiamente verificata la fondatezza – del Prof. Martin Wikelski (video-intervista di Focus Sicilia più in basso), un vero luminare in materia.

Il concetto su cui si basano i dieci anni di lavoro dell’istituto tedesco è fondato su una credenza universalmente diffusa nel mondo rurale, che riconosce agli animali capacità istintuali e predittive fuori dall’ordinario. Dall’Africa alle Americhe, all’Europa, passando per l’Asia e il Continente Australe, allevatori e pastori sanno che gli animali possiedono la capacità di percepire pericoli che gli esseri umani non sentono, e – laddove l’uomo li senta – l’animale li avrà percepiti sicuramente prima di lui.

Un progetto sviluppato in dieci anni e non ancora concluso
È ovvio però che – per dare corpo a intuizioni e credenze popolari – un uomo di scienza abbia bisogno di studiare, verificare, confrontare, capire. E dimostrare quanto è dimostrabile. Tutte attività che il Prof. Wikelski e i suoi collaboratori hanno compiuto in molti precedenti studi con cui sono stati creati i presupposti per quest’ultimo progetto.

Il lavoro alla base di Icarus fu avviato esattamente dieci anni fa sempre sull’Etna, ma in condizioni di studio ben diverse da quelle attuali, a partire dagli apparati di rilevamento, allora molto meno sofisticati di quelli odierni.

La scelta della location è ben spiegata sul sito web del progetto: “Nonostante il vulcano siciliano sia uno dei più studiati al mondo, non è stato possibile mettere a punto dei sistemi che permettessero di prevedere eruzioni né con un buon anticipo di tempo né riferendosi all’intensità degli eventi. Martin Wikelski e i suoi colleghi vogliono quindi verificare se esistano animali in grado di fare di meglio”.

L’evoluzione tecnologica al servizio di Icarus
Nel 2011 quindi, le capre dell’Etna erano equipaggiate con apparati tecnologici molto rudimentali rispetto a quelli di oggi: i sensori ad esempio rilevavano i dati registrandoli in una scheda (memoria) locale. I ricercatori erano così costretti a prelevare manualmente le schede, da cui scaricavano le informazioni su computer, per elaborarli in un secondo tempo.

Microchip
Pesa appena 5 grammi ed è basato su una tecnologia avanzatissima, il cuore del sistema di trasmissione del Progetto Icarus – foto Max Planck Institute of Animal Behavior©

In un passaggio successivo, con apparati un poco più moderni, gli interventi manuali non furono più necessari: i dati venivano trasmessi ad un’antenna locale e da lì salvati su un computer, ma rispetto ad oggi il sistema richiedeva ancora la presenza in loco del personale.

Oggi lo studio adotta dei collari dotati di elemento Gps e sensore di raccolta dati (video di Focus Sicilia più in basso): due elementi che sono integrati in una trasmittente ingegnerizzata dal gruppo di lavoro del Prof. Wikelski. Il collare è inoltre fornito di una micro-antenna e di una serie di sensori (per la comunicazione e la localizzazione) collegati ad una rete terrestre, al satellite e alla Iss, la International Space Station.

Quindi, con l’attuale tecnologia i dati vengono acquisiti e ritrasmessi in tempo pressoché reale, e i ricercatori possono riceverli ed elaborarli tanto nei loro uffici di Radolfzell quanto in viaggio in qualunque luogo della Terra, da computer, cellulare o tablet.

Conclusioni
Ma in cosa consistono le rilevazioni ottenute grazie alle capre impegnate sull’Etna e ad una tecnologia così evoluta? E quali sono i vantaggi sin qui conseguiti? “Il primo grande vantaggio”, spiegano gli scienziati, “consiste proprio nella possibilità di raccogliere facilmente dati più attendibili rispetto al passato e di poterlo fare anche da remoto, senza intraprendere viaggi”

E sui comportamenti delle capre, cosa è stato notato, in occasione delle attività vulcaniche? “Che alcune ore prima di violente eruzioni”, concludono i ricercatori tedeschi, “le capre hanno avuto comportamenti anomali: agitazione notturna e istinto di fuggire e rifugiarsi in una zona di fitto bosco, che di solito evitano perché pericolosa a causa della presenza di cani randagi aggressivi”.

13 settembre 2021