Porcher (Inrae): “Il benessere animale? È incompatibile con la zootecnia intensiva”

La sociologa francese Jocelyn Porche
La sociologa francese Jocelyn Porcher – foto dalla pagina Facebook di “AALVie – Né, elevé & abattu à la ferme”©

La Francia ha un esperta di zootecnia che il mondo della ricerca le invidia, per le capacità, la sensibilità e le competenze acquisite in anni di lavoro sul campo. Un’esperta specializzata nel rapporto uomo-animale, in grado di padroneggiare la materia del benessere animale, avendo lavorato per anni sia in aziende zootecniche familiari che in realtà industriali.

Stiamo parlando di Jocelyne Porcher, dal 2014 direttore di ricerca all’Inrae (Istituto Nazionale di Ricerca per l’Agricoltura, l’Alimentazione e l’Ambiente) di Montpellier, che sabato scorso, 27 novembre, si è espressa su questa delicata materia in maniera netta, compiuta ed efficace, attraverso le pagine online del quotidiano francese Ouest France.

L’intervista, intitolata semplicemente “Cette chercheuse dénonce le «green washing» du bien-être animal” (“Questo ricercatore denuncia il “green washing” del benessere animale”) è un vero e proprio grido d’allarme sull’indebito uso che l’industria fa quotidianamente del suddetto termine: non solo in Francia ma nel mondo intero. Non tanto per fare ma per rassicurare i consumatori. Mentendo spudoratamente, per raggirarli.

Qui di seguito riportiamo le prime due domande dell’articolo, con le relative risposte, invitando i nostri lettori ad approfondire dall’originale (linkato in basso). Vi proponiamo inoltre un breve profilo della Porcher, con link alla sua biografia, sul sito web della ricercatrice, e le date di un prossimo appuntamento (in presenza e online) in cui la stessa interverrà su queste tematiche.

“Questa ricercatrice denuncia il “green washing” del benessere animale” (traduzione dal sito web del quotidiano Ouest France)

O.F.: Perché criticate la nozione di benessere animale?
J.P.: Il paradosso è che si parla di benessere animale per parlare della sofferenza degli animali nei sistemi industriali di produzione animale, evidenziata negli anni Sessanta dal libro di Ruth Harrison “Macchine animali”. Questa è una nozione che vale solo per il sistema industriale e non riguarda l’allevamento in sé. Per me la parola chiave è rispetto per gli animali nel loro mondo psichico e sensoriale e nel loro rapporto lavorativo e produttivo con l’uomo.

“L’animale è trattato come una cosa”

O.F. Che distinzione fa tra produzione animale e allevamento?
J.P.: Gli animali domestici non sono lì per sembrare belli. Una scrofa produce maialini, una gallina produce uova, una mucca produce latte. Nell’allevamento (per allevamento la Porcher intende l’allevamento che noi definiremmo “etico”), questi rapporti di produzione comprendono anche una dimensione relazionale, morale, estetica ed emotiva con l’animale.

Questi rapporti sono stati cancellati dall’industrializzazione della zootecnia per dare origine alla produzione animale, cioè la produzione di materiale suino, bovino, avicolo o da latte.

Nell’allevamento esiste un buon legame tra il mondo animale e il mondo umano. Una mucca è nel prato con il suo vitello, pascola, rumina. Ha senso per lei, è la vita di una mucca. Allo stesso tempo, l’allevatore porta la mucca nel suo mondo umano per la mungitura, le insegna le regole e deve adattarsi ai sistemi organizzativi umani.

Nel sistema industriale, il latte viene prodotto sulla pelle delle mucche e non dalle mucche. In un porcile industriale, una scrofa è al 100% nel mondo umano. Tra cemento, e sbarre.

La sua vita non ha senso. L’animale è trattato come una cosa. Questo è il motivo per cui i pulcini vengono schiacciati e i suinetti improduttivi vengono “gasati”.

Jocelyne Porcher: chi è e dove seguirla prossimamente
Come ama dire lei stessa, Jocelyne Porcher ha iniziato il suo viaggio verso l’Inrae (dove da sette anni è direttrice di ricerca) nel 1981, lasciando Parigi per andare a vivere in campagna. Dapprima l’incontro e la fascinazione per il mondo animale e gli allevamenti su piccola scala, poi un’esperienza di allevamento in proprio, con vari animali, ma in special modo con le capre.

In seguito l’impatto – duro, durissimo – andando a lavorare in allevamenti industriali. Alle domande che man mano emergevano, molte senza risposta, la Porcher ha sempre risposto studiando, perfezionando le proprie competenze e conseguendo titoli, menzioni e onorificenze. Jocelyne Porcher è sociologa, specialista in relazioni uomo-animale. Un profilo professionale fulgido e inappuntabile il suo, davanti al quale ogni professionista del settore – se non condizionato da interessi e ideologie industriali – porterà il dovuto rispetto.

Prossimamente la Porcher parteciperà come relatrice all’Assises de l’Agriculture, de l’Alimentation et de la Santé (“Conferenza sull’agricoltura, l’alimentazione e la salute”) organizzata dal quotidiano Ouest-France, giovedì 2 e venerdì 3 dicembre, a Nantes. Per l’occasione verranno esaminate le principali sfide che i settori agricoli si trovano ad affrontare. 

29 novembre 2021

L’intervista integrale di Ouest France alla Dr.ssa Porcher (in francese) è quiIn lingua italiana (tradotto con Google Translate) è invece qui.

Qui trovate il sito web di Jocelyne Porcher.

Qui la sua biografia, in franceseE qui in lingua italiana (tradotta con Google Translate).