
Con l’alimentazione non si scherza. Non possiamo improvvisarci dietisti o nutrizionisti, se non lo siamo. Nessuno potrebbe costruire una diga, o una galleria, se non avesse in tasca una laurea in ingegneria civile con una specializzazione e un adeguato tirocinio. E allo stesso modo nessuno dovrebbe “costruire” di punto in bianco il proprio regime alimentare, abbandonando una dieta la più “variata” e sana possibile (mangiare di tutto un po’, secondo i dettami della dieta mediterranea) e – per moda, capriccio o ideologia – escludere alimenti preziosi per la propria salute.
È questo il concetto, chiaro e lampante, che Ian Givens – professore di Nutrizione Umana e direttore dell’Institute for Food, Nutrition and Health della University of Reading – comunica, alludendo al dilagante fenomeno del veganismo e all’abbandono da parte di molti consumatori di due alimenti fondamentali: il latte vaccino e la carne rossa, da parte di molti giovani consumatori.
Quello che Givens lancia è un vero e proprio grido d’allarme, rivolto soprattutto alle ragazze adolescenti, che così facendo – spiega – «rischiano di ritrovarsi con carenze minerali che possono influenzare molto la loro esistenza: dai denti alle ossa al sistema immunitario e ai livelli di energia, allorché passino a diete vegetariane e vegane».
In particolare, lo studioso si riferisce al suo Paese e ai dati allarmanti relativi al sempre più diffuso fenomeno: un numero crescente e rilevante di giovani britannici consuma sempre meno carne e latte, e passa a diete a base vegetale pensando di aiutare così la propria salute e il pianeta.
Diete ritenute erroneamente più sane (in qualche modo per l’ambiente, non certo per noi umani) offrono una sola certezza: che in alcuni casi il passaggio al veganismo porterà in un prossimo futuro ad una generazione di cittadini con diffusi problemi di salute, anche seri.
Le ragazze adolescenti, in particolare, rappresenterebbero il target maggiormente a rischio, in quanto molte di esse soffrono già di carenze di minerali come lo zinco, il ferro, il calcio e lo iodio, e questo, se combinato con un ridotto consumo di carne rossa e latte animale non potrà che aggravarne il quadro clinico.
Considerando che il calcio e lo iodio si trovano nel latte animale, mentre lo zinco e il ferro sono ben presenti nella carne rossa, non dovrebbe essere difficile capire come questi elementi non possono mancare nell’alimentazione umana e in particolar modo in quella degli adolescenti.
In un recente consesso scientifico dedicato alle cosiddette “fonti proteiche alternative”, il Prof. Givens è intervenuto invitando alla cautela. Riferendosi alle tendenze alimentari della società contemporanea occidentale, Givens ha sottolineato che «abbiamo già una situazione nutrizionale abbastanza “marginale”, per molti versi e per alcuni problemi, di cui non conosceremo l’esito per molto tempo ancora».
«Gli anni dell’adolescenza», ha proseguito, «sono assolutamente critici per lo sviluppo osseo. Se questo non avviene in maniera corretta e completa, avrà un peso importante in futuro, in termini di salute delle ossa negli anziani, aumentando il rischio di rotture che possono ridurre la qualità della vita».
Il Prof. Givens ha spiegato poi che il calcio e il magnesio sono importanti per lo sviluppo osseo e che le giovani donne che hanno sofferto di loro carenze durante l’adolescenza potrebbero affrontare problemi ancora maggiori dopo la menopausa. Con essa le donne perdono i benefici degli estrogeni, il che significa che di per sé sono naturalmente soggette a debolezza ossea.
Il professore della University of Reading ha poi sottolineato quanto le donne, anche in età avanzata, siano naturalmente più a rischio di carenze rispetto agli uomini: nella fascia d’età 11-18 anni assumono poco ferro (si trova nelle carni rosse ma anche in fagioli, noci, legumi e verdure di colore verde scuro) il 54% delle donne e l’11% degli uomini, mentre tra i 19 e i 64 anni le percentuali sono del 27% tra le donne e del 2% appena tra gli uomini (dati estratti da un’analisi del National Diet and Nutrition Survey finanziata dal governo britannico).
«La carenza di iodio», ha concluso il Prof. Givens, «è in particolare preoccupante per le donne che si avvicinano all’età fertile, in quanto lo iodio è essenziale per la salute del feto, ed il latte (dopo il pesce e le alghe, ndr) è la principale fonte di iodio per la maggior parte delle persone, non esistendo alternative a base vegetale (limitate quantità di iodio sono presenti nei cereali, ndr) che includano questo prezioso minerale».
17 gennaio 2022