
Per quanto appaia ai più – che si lasciano attrarre dai packaging alimentari, soprattutto carnei – la zootecnia intensiva tutta utilizza ancora troppi antimicrobici. Nonostante gli impegni dichiarati da molti produttori, il sistema industriale ha l’urgente necessità di nuove, efficaci e radicali soluzioni. Per offrirgliele, la comunità scientifica internazionale è alacremente impegnata in vari progetti, che spesso utilizzano risorse naturali.
Tra di essi l’europeo NeoGIANT sta destando l’interesse di molti, attorno alle proprietà antimicrobiche e antiossidanti delle vinacce dell’uva, e in particolare di una cultivar a bacca bianca originaria della Galizia, denominata Albariño, utilizzata nella produzione di vini Doc e Igp sia nella terra d’origine che in Portogallo.
NeoGiANT è quindi un progetto europeo che mira a sostituire gli antimicrobici di sintesi utilizzati negli allevamenti industriali, con estratti naturali prodotti dagli scarti dell’industria vitivinicola. La ricerca in corso ottiene tali sostanze attraverso processi sostenibili ed ecocompatibili non particolarmente costosi.

«Le vinacce di queste uve», spiega il Prof. Felipe Martinez Pastor, ordinario di Biologia Molecolare presso la Universidad de León, «sono ricche di polifenoli, molecole con proprietà antimicrobiche e antiossidanti, utilizzabili come sostituti degli antibiotici, poiché impediscono la crescita di microrganismi. Inoltre, potrebbero garantire altri benefici, grazie ai loro effetti antiossidanti e protettivi».
“La resistenza antimicrobica (Amr)” spiegano i ricercatori sul sito web del progetto, “si manifesta naturalmente nel tempo, di solito attraverso cambiamenti genetici. Tuttavia, l’uso improprio e l’uso eccessivo di antibiotici sta accelerando questo processo”. Oltre a rappresentare un fattore di elevata criticità per la salute pubblica (nella sola Italia l’Amr sta mietendo 11mila morti all’anno), “l’Amr sta mettendo a rischio molti obiettivi di sviluppo del millennio e il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile”.
Per combattere questa minaccia, quindi, NeoGiANT svilupperà nuovi prodotti antimicrobici naturali per il controllo e la prevenzione delle malattie più rilevanti nella produzione animale. Prodotti a base di estratti naturali, derivati da sottoprodotti agroalimentari; l’uso di questi “rimedi” punterà idealmente a limitare l’uso degli antibiotici ai soli trattamenti di infezioni acute, riducendone quindi l’uso profilattico.
“Questi nuovi prodotti a base di estratti naturali”, spiegano i ricercatori, “ottenuti utilizzando una tecnica di isolamento avanzata, non solo eviteranno la crescita di microrganismi, ma miglioreranno la salute e il benessere degli animali, aumentando la redditività delle aziende”.
Nel campo della salute animale, i ricercatori studieranno applicazioni per il trattamento delle infezioni in acquacoltura, delle mastiti nei bovini da latte e delle malattie della pelle nei suini (epidermite essudativa). Nella nutrizione invece punteranno a sviluppare dei mangimi arricchiti specifici per pesci, pollame, bovini e suini. «Gli integratori», prosegue Pastor, «avranno un effetto benefico grazie al loro valore antiossidante, migliorando in particolare il microbiota, e lo stato generale di salute degli animali».
Dai punti di vista ecologico ed economico si otterranno ulteriori vantaggi, grazie ad una produzione altamente ecocompatibile e a basso costo. Rispetto a tecniche di estrazione tradizionali, spiega il professore, «il nuovo metodo non è solo sostenibile, ma gli estratti sono di alta qualità, utilizzando metodi che ne alterano minimamente la composizione».
Ma non solo. «Il costo di estrazione dagli scarti vegetali della vite», prosegue Pastor, «sarà analogo o forse inferiore a quello di produzione degli antibiotici comunemente usati, e il risparmio maggiore sarà indiretto. In primo luogo, il riutilizzo degli scarti vegetali che questo processo implica evita parte della spesa e dei danni causati dal trattamento dei rifiuti. In secondo luogo, l’uso di estratti vegetali al posto degli antibiotici è molto ben visto dal consumatore che, oltre ad accogliere positivamente gli alimenti così prodotti, apprezzerà la riduzione degli sprechi». «Infine, riducendo l’uso di antibiotici, si ridurrà il rischio della comparsa di microrganismi resistenti a questi farmaci, il che garantirà un notevole impatto economico e sociale».
In sostanza, il progetto NeoGIANT si basa su tre pilastri che lo caratterizzano fortemente:
1. l’utilizzo di biomassa locale come materia prima
2. una produzione conveniente, efficiente e sostenibile
3. l’ottenimento di ingredienti/sostanze funzionali all’interno di sistemi di produzione sostenibile dell’economia circolare
Per altre informazioni, consultare il sito web del progetto NeoGIANT.
31 gennaio 2022