Lo studio: con i proiettili di gomma, lupi in fuga dagli allevamenti (-70%)

Primissimo piano di un lupo
foto Pixabay©

A poco più di un anno di distanza sono stati resi noti i risultati del primo intervento di dissuasione effettuato (poco dopo il Ferragosto 2021) sui lupi con proiettili di gomma. L’operazione si era resa necessaria a seguito dell’eccessiva confidenza manifestata da un branco di lupi nei confronti di un pastore operante nelle Prealpi Venete.

Grazie al radiocollare installato mesi prima sul maschio alpha Sirio, è stato possibile registrare la presenza insistente dell’animale – ben diciotto volte in quaranta giorni, da fine maggio a inizio luglio – in prossimità dell’allevatore, della sua abitazione e della stalla.

A volte da solo, più spesso accompagnato da altri lupi, l’animale si era avvicinato a distanze comprese tra i centocinquanta e i dieci metri dagli “obiettivi sensibili”, senza mai palesare alcun timore per le persone presenti, per le loro grida, per l’abbaiare dei cani da guardiania né tantomeno per l’uso di dissuasori acustici o per le luci accese.

Il 19 agosto del 2021, quindi, il lupo era stato colpito alla coscia sinistra (senza riportare alcuna lesione) da due proiettili di gomma calibro 12, sparati da agenti della polizia provinciale. Gli agenti erano appostati a circa venticinque metri dall’animale e si erano coordinati con il gruppo di ricerca dell’Università di Sassari che sta operando lo studio, in collaborazione con la Regione Veneto.

Quei due spari quindi hanno segnato l’”ora zero” di uno studio che si spera possa dare delle indicazioni utili per future e concrete azioni di protezione degli allevatori e dei pastori, sempre più danneggiati dalle predazioni lupine.

Una volta centrato il loro obiettivo con i due speciali proiettili, i ricercatori hanno ripreso a monitorare gli spostamenti del lupo, incrociandoli con lo “storico” di sue precedenti predazioni, avvenute nello stesso territorio e registrando un netto cambiamento nelle abitudini del lupo, nonostante le condizioni ambientali fossero rimaste invariate (greggi e mandrie presenti nei medesimi areali di sempre).

Tra i dati di maggio rilievo si registrano la maggior percorrenza media del lupo (+74%), l’incremento delle predazioni di animali selvatici (+89%), la riduzione delle predazioni su animali allevati (-70%)

Se da un canto questi risultati portano con sé indizi utili all’adozione di nuove strategie a difesa degli allevamenti, dall’altro resta l’incognita sulla conservazione nel tempo di tali nuovi comportamenti. A detta degli studiosi se le attività di dissuasione verranno compiute con criterio, gli effetti ottenuti potrebbero essere duraturi e potrebbero condizionare a lungo il comportamento dei lupi.

È auspicabile che, conseguito un primo interessante indizio, le autorità preposte non abbandonino la sperimentazione a sé stessa ma che diano ad essa un seguito, con altri gruppi di lavoro e in altri contesti, senza smettere mai di incrociare i dati per applicarli poi, con le dovute misure e i necessari strumenti, alla vita reale.

5 settembre 2022 

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““Se rimaniamo qui moriranno di sete, fame o predate dai lupi”: in Lessinia gli allevatori tornano a valle” – Il Dolomiti, 22.08.2022

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