La prima Giornata Nazionale del Patrimonio Alimentare delle Alpi è stata celebrata venerdì scorso, 14 ottobre, a Monno, in Alta Valle Camonica, negli spazi di Ca’ Mon, centro dedicato alle arti, l’artigianato e le co-produzioni culturali. L’iniziativa, che si articola su un ricco calendario di attività, viene promossa dalla Regione Lombardia, che è capofila del processo di candidatura del Patrimonio Alimentare Alpino nel Registro delle Buone Pratiche di Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco.
Le prime mosse per una possibile candidatura vengono quindi compiute nel bresciano, territorio in cui sono ancora attive diverse comunità locali, spesso legate a produzioni casearie di tradizione. Le iniziative hanno come obiettivo anche l’incontro tra diverse comunità, all’interno di giornate di scambio e di condivisione. In questo senso, le comunità alpine, custodi di patrimoni secolari, presentano ognuna le proprie pratiche produttive, proponendo materie prime locali, strumenti di lavoro, gesti e consuetudini che in questo modo riescono a sopravvivere ai nostri tempi, troppo spesso forieri di una “modernità” atta a svilire, dimenticare, perdere il senso profondo di culture tutt’altro che superate.
Le comunità si rendono quindi ambasciatrici di un’importante processo sociale, che permette loro di esprimere il senso del loro impegno per la trasmissione di ogni specifico patrimonio alimentare e la specifica capacità partecipativa ad un tale fenomeno collettivo.
Già il primo incontro ha permesso ai molti partecipanti di riflettere – singolarmente e globalmente – sul ruolo di ciascuno e del collettivo: quello fondamentale delle comunità, dei praticanti e dei detentori dei vari patrimoni, quello delle istituzioni e di una politica che si impegni concretamente a sostenere le comunità stesse nei loro sforzi di conservazione, salvaguardia e valorizzazione.
La candidatura delle realtà coinvolte è partita dal coinvolgimento delle varie comunità di pratica, formate da soggetti che – tanto nei gesti quotidiani quanto nelle tradizioni agricole — conservano patrimoni alimentari specifici di determinati territori e culture: dalla coltivazione dei cereali all’apicoltura, dalla viticoltura di montagna all’orticoltura, dalla raccolta delle erbe spontanee alla frutticoltura e castanicoltura. Ma anche dalla pastorizia transumante a quella d’alpeggio, dalla pesca di fiume e di lago alla raccolta di funghi, dall’arte della norcineria a quella della trasformazione casearia, a cui si aggiungono – perché no? – le innumerevoli ricette tradizionali.
Per dare il senso della dimensione raggiunta dall’iniziativa e della partecipazione al suo primo evento, ecco l’elenco delle comunità che hanno raggiunto Monno per la prima giornata:
– Comunità della Seupa à la Vapelenentse, Proloco di Valpelline, Valpelline, Valle d’Aosta;
– Comunità del Prié, Cave Mont Blanc de Morgex et de La Salle, Morgex et La Salle, Valle d’Aosta;
– Comunità della Pecora Ciuta e del Maiale nero delle Alpi, dall’Alto Lario all’Alta Valtellina;
– Comunità dei Cereali antichi, Teglio, Valtellina, Sondrio;
– Comunità del Mais Dorotèa, Valle del Vanoi e Primiero, Ecomuseo del Vanoi, Trento;
– Comunità del Casolét della Valle di Sole, Pejo, Trento;
– Comunità dei Custodi dei castagneti della Valle Mongia, Cuneo;
– Comunità delle Magistre delle erbe della Valchiusella, Torino;
– Comunità del Cùz di Corteno Golgi, Valle Camonica, Brescia;
– Comunità delle Mele antiche, Valle Camonica, Brescia;
– Comunità del Fatulì, Valle Camonica, Brescia;
– Comunità delle Patate di Monno, Valle Camonica, Brescia
17 ottobre 2022
Per saperne di più:
– L’Inventario del Patrimonio Immateriale delle Regioni Alpine
– Il programma della giornata di lavoro del 14 ottobre a Monno (Brescia)