Ricercatori della Université Laval di Quebec, in Canada, hanno ufficializzato la messa a punto di una nuova tecnica per migliorare la durata del legname, basata sull’utilizzo di un sottoprodotto del formaggio: il permeato dell’ultrafiltrazione del siero di latte. La presentazione è avvenuta nel corso della 72a edizione del Canadian Congress of Chemical Engineering.
«Il siero di latte», ha spiegato il Prof. Julien Chamberland del Dipartimento di Scienze dell’Alimentazione dell’ateneo canadese, «è il fluido che rimane, una volta che la maggior parte delle proteine e dei grassi sono stati estratti dal latte, per produrre il formaggio».
«Esistono procedimenti per il recupero delle proteine residue del siero, che generano un abbondante volume di permeato – più di 500 milioni di litri all’anno nel solo Quebec – che merita di essere recuperato».
Il professor Chamberland e i suoi colleghi Véronic Landry, del Dipartimento di Scienze del legno e delle foreste, e Gaétan Laroche, del Dipartimento di Ingegneria mineraria, metallurgica e dei materiali, hanno unito le loro competenze per sviluppare un’applicazione insolita di questo sottoprodotto. Il processo che hanno sviluppato è quello di utilizzare il permeato dell’ultrafiltrazione del siero di latte nella lavorazione del legno, è in particolare per garantire la sua stabilità dimensionale.
Per fare questo, il legno viene immerso in una soluzione contenente composti permeati e non tossici come l’acido citrico e il glicerolo. Dopo due ore di immersione nel liquido, il legno viene posto in forno per ventiquattro ore.
«Le nostre analisi», spiega Landry, «mostrano che le piccole molecole del permeato si integrano nella parete cellulare del legno, rendendolo estremamente stabile». Le cellule del legname così trattato rimangono permanentemente gonfie, il che impedisce i danni causati dalla variabilità dimensionale del legno al variare di condizioni ambientali quali l’umidità e la temperatura.
I ricercatori canadesi stanno attualmente valutando l’efficacia di questo trattamento su campioni di abete bianco e pioppo tremulo esposti alle variazioni delle condizioni ambientali, ed hanno in programma di ripetere le sperimentazioni su diverse altre essenze lignee, per capire su quali il trattamento sia più efficace e su quali eventualmente meno.
«Ogni essenza lignea ha le sue particolarità strutturali e dobbiamo valutare quanto bene il trattamento garantisca la sua stabilità dimensionale», ha precisato Landry. «Gli input che utilizziamo sono molto più economici rispetto all’acetilazione del legno, che ad esempio è un trattamento molto utilizzato in Europa. Inoltre, il nostro procedimento non utilizza alcun prodotto dannoso per l’ambiente né per la salute dei lavoratori».
Se i test che verranno effettuati avranno successo, il lavoro della Université Laval potrebbe portare alla conquista di nuovi mercati in cui si utilizzino legnami di basso valore, come il pioppo tremulo, e siano apprezzati trattamenti ecologici con costi particolarmente contenuti.
7 novembre 2022