Quattro università britanniche al lavoro per mitigare gli stress da caldo nelle stalle

Bovine da latte in stalla
Foto di leneach fan ‘e Esk© – Creative Commons License

Lo stress da caldo delle vacche da latte è al centro di una nuova ricerca scientifica, che coinvolgerà i ricercatori di quattro poli universitari britannici (Reading, Essex, Cardiff e Writtle). L’obiettivo principale dello studio è quello di garantire una produzione di latte sostenibile e di migliorare il benessere delle vacche, anche alla luce dell’aumento delle temperature indotto dai cambiamenti climatici in atto.

I ricercatori stanno cercando di comprendere come interagiscano le temperature e i microclimi delle stalle con la fisiologia e il comportamento delle bovine. A temperature elevate, è noto che le vacche da latte soffrono di stress da caldo, che può ridurre la produzione di latte, compromettere la fertilità e influire negativamente sul loro sistema immunitario e sul benessere generale. “È probabile”, affermano gli studiosi, “che tali problemi siano aggravati dall’aumento della temperatura dovuto al cambiamento climatico”.

La ricerca, finanziata dal Bbsrc (Biotechnology and Biological Sciences Research Council) con un importo di 1,24 milioni di sterline (1,4 milioni di euro), mira a comprendere e affrontare le cause dello stress da caldo nelle vacche da latte all’interno degli edifici agricoli. Si tratterà di un progetto multidisciplinare, che vedrà all’opera esperti in scienze animali, lattiero-casearia, modellazione matematica, statistica e in ingegneria, specializzati nella progettazione degli edifici.

A tale proposito si è espresso Chris Reynolds, professore di Scienze animali e casearie presso la University of Reading University, che ha sottolineato come «lo stress da calore dovuto ai cambiamenti climatici potrebbe avere gravi conseguenze negative per la salute e la produttività delle vacche da latte».

«Le vacche in lattazione», ha proseguito Reynolds, «hanno un alto tasso di metabolismo, che le rende meno tolleranti alle alte temperature. La ricerca è essenziale per informare e modellare le future strategie di gestione delle vacche e i progetti di costruzione degli edifici».

La ricerca si svolgerà presso il Cedar (Centre for Dairy Research) della University of Reading è in sei aziende lattiero-casearie del Regno Unito. “Il comportamento delle singole vacche”, spiega una nota stampa dell’università, “sarà continuamente monitorato utilizzando sensori di tracciamento che registrano i modelli di movimento, attività e utilizzo dello spazio per ciascun animale della mandria. Saranno inoltre ottenute osservazioni dettagliate dei “microclimi” della stalla (temperatura, umidità, qualità dell’aria, ventilazione), combinate con dati fisiologici degli animali (temperatura corporea, produzione di latte, stato di salute)”.

È noto che, come molti altri animali, le vacche adattano il loro comportamento per far fronte alle alte temperature e all’umidità: possono quindi bere più acqua, cercare ombra o aree più ventilate di altre, o mostrare altre risposte comportamentali individuali e sociali, che possono essere tutte valutate e studiate.

Intervenendo alla presentazione del progetto, il Prof. Edward Codling, docente di Biologia matematica presso l’Università dell’Essex, ha sottolineato che «i nostri sensori di tracciamento ci permetteranno di analizzare – con un livello di dettaglio senza precedenti – come le vacche da latte stabulate rispondono e affrontano lo stress da calore. Combinando i dati di tracciamento degli animali con il monitoraggio continuo dei sensori dei microclimi della stalla, saremo in grado di modellare e prevedere le complesse interazioni tra le scelte comportamentali delle bovine e l’ambiente in cui esse vivono».

I dati raccolti verranno utilizzati per progettare nuovi edifici che permettano di ridurre lo stress da calore e migliorare il benessere degli animali.

A tale proposito il Prof. Zhiwen Luo, docente di Scienze architettoniche e urbane presso l’Università di Cardiff, ha sottolineato come «dobbiamo rispondere ai cambiamenti climatici e attraverso una migliore comprensione di come le vacche interagiscono nei diversi microclimi delle stalle, progettare ambienti e sistemi di gestione che riducano al minimo lo stress da calore e consentano un’attività lattiero-casearia più sostenibile».

Dal punto di vista analitico la ricerca ha optato per una metodologia mai adottata prima in studi analoghi: il monitoraggio verrà effettuato utilizzando un sistema di rilevazione (sensori) e di misura realizzato ad hoc dalle aziende partner Omnisense e Smartbell. Questo permetterà di realizzare modelli di studio che porteranno alla progettazione degli edifici garantendo il controllo dei microclimi interni, tenendo conto del comportamento delle vacche come mai è stato fatto sinora.

Infine, per il Writtle University College, è intervenuto il Dr. Jonathan Amory, docente di Comportamento e benessere degli animali, che ha sottolineato come «la crisi climatica sta portando nuove sfide al benessere degli animali: utilizzando nuove tecnologie e collaborando con l’industria, possiamo sviluppare soluzioni innovative per migliorare la gestione del bestiame».

Il consorzio di ricerca costituito dalle quattro università per l’occasione ha ricevuto per questo studio il sostegno di Ahdb (Agriculture and Horticulture Development Board), The Dairy Group, Etex, Innovation for Agriculture, Map of Ag e Defra (Department for Environment, Food and Rural Affairs).

10 maggio 2023