Bevande vegetali: con il cambiamento climatico rischi derivanti dall’instabilità microbiologica

Bevanda alla soia
Bevanda alla soia – foto Pixabay©

Per quanto ampiamente dimostrato che le bevande a base vegetale non siano dei sostituti del vero latte (qui due approfondimenti della Massey University e dell’Fda), il mercato di questi prodotti si dimostra dinamico in Italia e all’estero, sotto la spinta evidente della cattiva informazione e delle peggiori ideologie animaliste e ambientaliste, favorendo gli interessi di gruppi industriali sempre più arrembanti e paradossalmente sempre poco interessati ad animali e ambiente.

A confutare ulteriormente la presunta validità dei cosiddetti “latti” giunge in questi giorni un interessante studio scientifico del francese Inrae (Institut National de la Recherche Agronomique Environnement), che dal proprio sito web denuncia i “potenziali rischi microbiologici in un contesto di cambiamento climatico”.

Ad essere messa in dubbio dall’articolo è la loro stabilità microbiologica, che “merita di essere valutata, in particolare in un contesto di cambiamento climatico”. Il pezzo fa riferimento ad una ricerca scientifica operata per valutare il rischio di alterazione prodotto da geobacillus stearothermophilus nelle confezioni delle bevande vegetali Uht.

“Il geobacillus stearothermophilus”, spiegano i ricercatori francesi, “è uno dei principali batteri responsabili dell’alterazione dei prodotti alimentari trattati con Uht (Ultra High Temperature), a causa delle spore che può produrre e che sono estremamente resistenti al calore”. Le spore che sopravvivono al trattamento Uht, possono svilupparsi in quantità sufficiente ad alterare il prodotto sino a renderlo inutilizzabile “dopo un’esposizione a una temperatura superiore alla loro temperatura minima di crescita per un certo periodo di tempo”.

Fino ad ora, questi prodotti possono essere conservati in confezioni integre a temperatura ambiente per diversi mesi senza il rischio di alterazione, poiché la differenza tra la temperatura di preparazione e la temperatura di trattamento è abbastanza grande che le spore non sopravvivano. Tuttavia, dato il previsto aumento della temperatura dovuto al cambiamento climatico, i casi di perdita di sterilità durante la distribuzione, il trasporto e lo stoccaggio a temperatura ambiente dovrebbero moltiplicarsi. E questo tanto più che gli ingredienti dei sedicenti “sostituti del latte” (le bevande a base vegetale) sono particolarmente carichi di spore batteriche, e in particolare di spore di geobacillus stearothermophilus.

Lo studio, condotto dall’Umr Secalin (Inrae Oniris), ha valutato quantitativamente i rischi di alterazione di questi prodotti, tenendo conto di quattro fasi principali:

  • la contaminazione iniziale delle materie prime;
  • l’inattivazione termica delle spore durante il trattamento Uht;
  • la distribuzione in bottiglie o tetrapak;
  • la germinazione e crescita delle spore durante la distribuzione e lo stoccaggio.

Il rischio di alterazione è stato definito come la probabilità che geobacillus stearothermophilus raggiunga la sua concentrazione massima al momento del consumo. 

Secondo i risultati, il rischio di alterazione è attualmente trascurabile nei Paesi del Nord Europa, ma è già dimostrato nell’Europa meridionale, a causa delle diverse condizioni climatiche. 

Gli autori della ricerca precisano che in condizioni di cambiamento climatico, anche nei Paesi con un clima attualmente meno critico i rischi di alterazione saranno concreti durante i periodi estivi, per via dei picchi di calore che supereranno i minimi di temperatura necessari per la germinazione delle spore e per la loro moltiplicazione.

Sui dettagli riguardanti lo studio, si rimanda alla lettura della fonte (in lingua francese o nella traduzione di Google).

14 giugno 2023