Ancora pochi giorni e la prima esperienza della Shepherd School di Stia – la scuola nazionale di pastorizia nata nel Parco delle Foreste Casentinesi – imboccherà la dirittura di arrivo. Conclusa la parte più propriamente teorica, gli otto allievi inizieranno gli stage nelle aziende con cui terminerà il percorso di studi che li avvierà verso il mondo del lavoro.
Avviata nello scorso mese di aprile, la scuola è nata all’interno del progetto Life ShepForBio, rappresentando una delle prime realtà didattiche italiane in un settore in cui altri Paesi come Francia e Spagna hanno mosso da anni i loro primi passi.
Fin dal suo inizio, il progetto – che ha visto la partecipazione di Rete Appia, Rete Italiana della Pastorizia – ha avviato una collaborazione con la Snap (Scuola Nazionale di Pastorizia) quale soggetto di riferimento a livello nazionale con cui promuovere la nascita e lo sviluppo di altre esperienze simili senza mai perdere di vista quanto fatto sin qui di buono in Europa.
Nell’ambito di questa collaborazione, al fine di favorire la creazione di un network di soggetti che promuovano l’attività e la nascita delle Scuole Pastorali in Italia e di un loro coordinamento, i responsabili di Rete Appia e Snap hanno deciso di organizzare una serie di eventi e incontri con l’obiettivo di coinvolgere alcuni soggetti tecnici che a livello nazionale, negli ultimi due anni, hanno realizzato sperimentazioni formative legate alla proposta della Snap stessa, nel tentativo di farli convergere all’interno di un progetto unitario. Si tratta della Scuola Giovani Pastori nata nel 2022 tra Piemonte e Lombardia, della Scuola Sarda di Pastorizia attivata dal Gal Anglona-Coros nel 2023, oltre ovviamente alla Shepherd School casentinese.
L’obiettivo principale dell’iniziativa è quello di valorizzare le diverse esperienze realizzate, uniformare gli strumenti formativi, anche in base alle esperienze europee e, quindi, prepararsi alla realizzazione di un workshop – nel 2024 – aperto alle istituzioni e ai partner nazionali e locali che in questo tempo le hanno affiancate e sostenute.
Due giorni fa, lunedì 6 novembre, si è tenuto il secondo di due incontri online, intitolato “Le esperienze europee delle Scuole di Pastorizia: diversità e obiettivi comuni in vista di possibili collaborazioni”. Ad intervenire sono stati vari esponenti della didattica e della formazione operanti nel settore a livello europeo, tra cui spiccano i nomi di Alessandro Dessì, esperto Firab (Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica) e collaboratore di Rete Appia, già coordinatore di progetti e iniziative di ricerca su allevamento e popolazioni semi-nomadi, e Laia Batalla, responsabile della “Escola de Pastors i Pastores de Catalunya”.
L’altro incontro, il primo di questa breve serie, denominato “Progetti europei per la costituzione di una rete di Scuole pastorali” si era tenuto tre settimane fa, lunedì 16 ottobre, coinvolgendo diversi esperti che hanno già operato in iniziative svolte su scala europea, finalizzate alla costituzione di reti funzionali alla difesa della pastorizia e alla sua promozione.
L’evento, molto partecipato, aveva visto l’intervento di Tommaso Campedelli di Dream Italia – Progetto Life ShepForBio, Antonello Franca e Giovanni Altana del Cnr di Sassari – Progetto Pastinnova, Luis Miguel Sanabria, Edintra, promotore di una Rete delle Scuole pastorali europee, Fernando García-Dory Campo Adentro della Shepher’s School spagnola, l’European Shepherds Network e Coordinatore Regionale della Wamip (World Alliance of Mobile Indigenous People e, all’interno delle politiche promosse nell’Unione Europea, le iniziative in cui è coinvolto l’Ecvc (Coordinamento Europeo Via Campesina) rappresentato per l’Austria da Maria Naynar, pastora, membra di Öbv (Associazione di produttori piccoli e di montagna) Via Campesina Austria e, per l’Italia, da Elisabeth Paul allevatrice presso la Cooperativa Valli Unite, membra di Ari (Associazione Rurale Italiana).
Il futuro della Shepherd School di Stia e dei suoi allievi
Tornando alla Shepherd School di Stia, il bilancio dichiarato dai suoi organizzatori è più che positivo, con un allievo che ha già trovato lavoro presso un’azienda agro-pastorale e altri che hanno già chiare le prospettive in cui operare per dare concreta sostanza nel mondo del lavoro a quanto appreso: uno introdurrà capre nella propria azienda che produce vino, altri potrebbero operare in aziende all’interno del parco stesso che ospita la scuola.
È il futuro? Il secondo anno di attività didattica è già in programma, con la possibilità di un incremento delle attività pratiche, al termine della teoria: se le aziende disposte ad ospitare stage aumenteranno di numero i posti disponibili passeranno da otto a dieci. Un primo piccolo passo che fa ben sperare per una crescita futura della formazione dei pastori di domani.
8 novembre 2023