L’Università degli Studi di Torino, assieme a varie realtà partner coinvolte(*), ha presentato venerdì scorso, presso la sede dell’Istituto Zooprofilattico del capoluogo piemontese, alcuni primi risultati del progetto FILIERBA (acronimo di FILIere da ERBA). Il progetto, voluto e coordinato dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’ateneo e finanziato dalla Regione Piemonte (PSR 2014-2020, Misura 16.1.1.), è teso ad approfondire la conoscenza degli allevamenti di bovini da latte e carne operanti in regione, e valorizzarne le produzioni.
Oggetto dello studio, operato da un gruppo di ricerca multidisciplinare, sono state 110 aziende agricole delle province di Biella, Cuneo e Torino, che – dall’analisi operata dal Dipartimento di Management dell’ateneo torinese – nel 90% dei casi utilizzano in diverse percentuali erbe fresche o essiccate (fieni) ottenute da prati e pascoli locali in cui sono presenti almeno cinque specie vegetali. In 35 di esse i foraggi rappresentano il 50-75% della dieta degli animali, in 33 il 25-50%, in 14 il 75-100%.
Ed è proprio l’alta biodiversità vegetale presente nell’alimentazione dei bovini a caratterizzare latte, carne e loro derivati che attraverso le analisi di laboratorio rivelano un profilo nutrizionale dalle caratteristiche salutari per l’organismo umano.
A confermarlo è Carla Ferraris, nutrizionista ricercatrice dell’IZSPLV, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta: «Nei latti e formaggi analizzati abbiamo riscontrato un maggior contenuto dell’acido grasso essenziale Omega-3 e di acido oleico, e una minor concentrazione di Omega-6, anch’esso un grasso essenziale. C’è da sottolineare che gli acidi grassi essenziali, non essendo sintetizzati dal nostro organismo, devono essere assunti con la dieta».
«A risultare migliore in questi prodotti», prosegue Ferraris, «rispetto a quelli di bovine alimentate in maniera convenzionale, è anche il rapporto Omega-6/Omega-3. Questi lipidi svolgono una funzione rilevante nella modulazione dell’infiammazione: un importante meccanismo di difesa che il nostro organismo mette in atto ma che, appunto, deve essere modulato: gli Omega-3 riducono l’infiammazione, mentre gli Omega-6 hanno una principale funzione pro-infiammatoria».
Latte e latticini non sono da demonizzare, quindi, se gli animali vengono ben nutriti; tutt’altro: «Rappresentano», conclude la nutrizionista, «un importante alimento sia per i bambini in crescita che per gli adulti, essendo un alimento completo, fonte di tutti gli aminoacidi essenziali, ma anche di vitamine e sali minerali, quali la vitamina D, calcio e fosforo, importanti per il benessere delle nostre ossa e dei nostri denti».
Non da meno si sono rivelati i prodotti carnei di queste aziende (provenienti da 14 tra femmine e castrati di razza Piemontese), caratterizzati da un alto tenore di acido linoleico e da grassi Bcfa (“Branched-chain fatty acids”, ovvero “Acidi grassi a catena ramificata”), che influenzano positivamente aroma della carne e consistenza del grasso, abbassando il punto di fusione. Inoltre a testimoniare anche qui il buon lavoro degli allevatori, i ricercatori dell’IZSLER (Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna) hanno accertato l’assenza di acidi grassi ciclopropanici, a testimonianza dell’esclusione di foraggi insilati dalla dieta dei bovini.
Lo studio ha anche investigato in profondità l’aspetto microbiologico dei prodotti della filiera polifita, dimostrando che essa garantisce la sicurezza, la qualità e la durata ideale dei prodotti: zero i patogeni individuati infatti nei laboratori dell’IZSPLV nei 40 campioni analizzati: 21 latti, 8 cagliate e 11 formaggi.
Ma non solo: entro la fine di questo mese i ricercatori dell’IZSLER ultimeranno le valutazioni del benessere animale, attraverso il confronto delle condizioni in cui i bovini vivono prima, durante e dopo la monticazione in alpeggio (indagine avviata in maggio e proseguita a cavallo tra luglio e agosto). Per fare questo verranno raccolte e confrontate informazioni inerenti l’adattamento degli animali ai diversi ambienti di vita, attraverso specifici protocolli messi a punto dal sistema nazionale ClassyFarm.
Da non trascurare, infine, l’indagine che i ricercatori dell’IZSPLV hanno compiuto sulla composizione del microbiota ruminale dei bovini, evidenziando quanto un’alimentazione a base di foraggi polifiti sia in grado di incidere positivamente sulla popolazione microbica del rumine, e conseguentemente sulla qualità delle produzioni.
Al termine della presentazione Michela Paparella, presidente e fondatrice di Kulta, agenzia di comunicazione coinvolta nel progetto, ha sottolineato importanza e ruolo dei nuovi media per portare l’informazione su queste produzioni a strati sempre più ampi della popolazione e per incidere sulle scelte dei consumatori di oggi e di domani.
«Il progetto Filierba», ha sottolineato Paparella, «ha scelto di avere una parte di comunicazione dedicata anche alla sostenibilità delle produzioni, rivolta a diverse categorie di cittadini, tra cui bambini e ragazzi di ogni fascia di età, insegnanti e genitori, per cui è stata approntata la piattaforma Scuola Channel. Su di essa i consumatori di oggi e di domani troveranno materiali gratuiti per saperne di più su latti, carni e derivati da foraggi polifiti e avere in proposito una corretta informazione. La consapevolezza è basata sulla disponibilità di informazioni utili a orientare le proprie decisioni di sostenibilità per la vita quotidiana, per il pianeta, per la salute delle singole persone e della collettività».
15 novembre 2023
(*) Principali aziende partner coinvolte nel progetto (dettagli cliccando qui):
DISAFA – Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari – Università degli Studi di Torino
Dipartimento di Management – Università degli Studi di Torino
IZSPLV – Isituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta
IZSLER – Isituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna
La Granda – Cooperativa agricola
Kulta – Agenzia di comunicazione
e altre, sul sito web di Filierba
Maggiori informazioni sui primi risultati conseguiti dallo studio sono disponibili sul sito del progetto che in settimana prossima pubblicherà le videointerviste ai relatori del convegno finale, tenutosi venerdì 10 novembre presso la sede dell’Istitito Zooprofilattico torinese.