Scuola Sarda di Pastorizia: archiviata una stagione si pensa già alla prossima

Pastora con pecore
foto Regione Sardegna©

È tempo di bilanci per le scuole di pastorizia del nostro Paese. Dopo quelli relativi alla Shepherd School di Stia, in provincia di Arezzo, è ora la volta della Scuola Sarda di Pastorizia, promossa dal Gal Anglona Coros e resa possibile grazie ad un finanziamento della Regione Sardegna.

Il consuntivo di questa esperienza sarda è stato fatto venerdì scorso, 24 novembre, presso il Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari attraverso gli interventi di Giuseppina Cireddu, direttore Generale dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Sardegna, di Gian Franco Satta, presidente del suddetto Gal, del professor Pier Paolo Roggero dell’Università di Sassari, alla presenza di due ospiti d’onore: Tommaso Campedelli della Scuola per Pastori delle Foreste Casentinesi e di Maria Cristina Neto, che in Portogallo da anni conduce una scuola per pastori.

La scuola in cifre è presto raccontata: quindici sono stati i docenti coinvolti e altrettanti gli allievi che hanno frequentato le centoventi ore di lezione. Dodici i moduli formativi, tre gli atenei coinvolti nell’organizzazione (oltre a quello di Sassari, le Università di Torino e del Molise), con la partecipazione del Cnr di Sassari, il coordinamento del Gal Anglona Coros e  il coinvolgimento dell’Agenzia Formativa EdoGov, che si è occupata di organizzare le attività didattiche.

Corsi ed esperienze di formazione si sono tenuti a Osilo, in provincia di Sassari (sede principale), Perfugas e Chiaramonti, dove una decina di imprese hanno ospitato gli studenti nelle attività pratiche.

Qualche anticipazione sul prossimo anno scolastico

Archiviata questa prima positiva esperienza, gli organizzatori già pensano al futuro: per il prossimo anno scolastico la Regione Sardegna ha stanziato 150mila euro, che – hanno assicurato i responsabili della scuola – “consentiranno l’organizzazione di un corso di alta formazione per pastori che siano motivati a investire nella propria formazione, interessati a tutelare la biodiversità, accrescere le proprie competenze manageriali e rafforzare il ruolo sociale che il pastore ricopre nelle campagne soggette a spopolamento”.

Naturalmente anche nel prossimo anno scolastico la componente sperimentale rimarrà elevata e lo rimarrà sin quando non verrà individuato e definito un modello formativo in linea con le esigenze formative degli allevatori sardi.

29 novembre 2023