Encefalite da zecche nel lecchese: a rischio consumare formaggi a latte crudo

Zecca
foto Pixabay©

A Sueglio e Valvarrone, comuni in provincia di Lecco, a breve distanza da Dervio, sono stati riscontrati nei giorni scorsi due casi di meningoencefalite delle zecche in uno stambecco e in un cervo. La grave malattia virale, che ha causato la loro morte, ha fatto scattare il campanello d’allarme anche per gli allevatori che praticano il pascolamento dei loro animali, e per i prodotti – inclusi i formaggi – che da essi derivano, se lavorati a latte crudo.

I tecnici dell’Izsler (Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lombardia ed Emilia Romagna) di Sondrio, intervenuti per eseguire le analisi di rito, hanno certificato le cause dei decessi dei due selvatici: il camoscio trovato morto e il cervo che, prelevato barcollante, è morto di lì a poco. I controlli effettuati in seguito in aziende zootecniche della zona hanno permesso di rilevare casi di positività alla Tbe (Tick Borne Encephalitis) in alcune capre che nei mesi scorsi avevano praticato il pascolo alpino. 

La zona interessata

La zona in cui la problematica sarebbe circoscritta al momento comprende i comuni  di Colico, Dervio, Sueglio e Valvarrone, all’estremità settentrionale della provincia lecchese, anche se un preallarme era stato attivato durante la scorsa estate nella bergamasca. Nessun caso pregresso di infestazioni era stato individuato in precedenza in tutta la Lombardia, anche se il virus era già stato riscontrato nelle zecche.

Le raccomandazioni di Izsler e Ats Brianza

A seguito del caso Izsler e Ats Brianza hanno diffuso informazioni per la cittadinanza. “La Tbe”, spiegano i responsabili dello Zooprofilattico di Sondrio, “è una malattia che viene trasmessa all’uomo dagli animali e la principale via di trasmissione è costituita da ectoparassiti ematofagi come le zecche. Sono stati registrati casi umani conseguenti al consumo di latticini non trattati termicamente, in genere prodotti con latte di capra”.

“Va sottolineato”, proseguono all’Izsler, “che le verifiche effettuate da parte del nostro laboratorio di Sondrio sui latticini prodotti nella stagione di alpeggio, anche provenienti dalla zona in oggetto, hanno sempre dato esito favorevole. In Europa si registrano ogni anno migliaia di casi umani, con un allargamento progressivo delle aree endemiche, ma sono attualmente disponibili quattro vaccini per uso umano, mentre non risultano vaccini per uso veterinario”.

Dal canto suo il Dipartimento Veterinario Sanità Animale dell’Ats (Azienda Tutela Salute) Brianza ha comunicato alcune raccomandazioni per chi opera in ambiente montano per i cittadini che frequentano i luoghi “a rischio”. In particolare di:

  • utilizzare repellenti contro le zecche;
  • indossare abiti con maniche e pantaloni lunghi e verificare di non avere zecche sul corpo al termine delle proprie attività;
  • in caso di presenza di zecche di contattare il proprio medico curante per una corretta rimozione del parassita e per la consegna dello stesso alla sede Ats, per le analisi e la ricerca dell’agente eziologico.

Sulla pericolosità delle zecche

Oltre alla Tbe le zecche sono potenziali portatrici di altre malattie virali: possono trasmettere ad animali ed esseri umani anche altri agenti patogeni responsabili di  borreliosi di Lyme, febbre bottonosa del Mediterraneo e rickettsiosi.

17 gennaio 2024