Impegnati nel contenere gli infiniti danni generati ad animali, ambiente e consumatori dagli allevamenti intensivi, i ricercatori della University of Pennsylvania hanno recentemente pubblicato i risultati di uno studio incentrato sulla somministrazione di estratti botanici alle vacche da latte.
Integrando l’alimentazione delle bovine iperproduttive con una modesta quantità di capsicum oleoresin (estratto botanico di peperoncino) ovvero una sua combinazione con olio di chiodi di garofano, “gli animali”, spiegano gli scienziati, “hanno potuto utilizzare l’energia del mangime in modo più efficiente ed emettere meno metano dall’ambiente dal loro stomaco”.
L’aggiunta di questi oli essenziali alle comuni razioni del bestiame ha portato un miglioramento nell’efficienza alimentare delle vacche nel pieno della loro lattazione. Secondo Alex Hristov, illustre professore di nutrizione lattiero-casearia e responsabile scientifico dello studio, «i bovini utilizzerebbero l’energia disponibile per l’aumento di peso corporeo piuttosto che per la produzione di latte o dei suoi componenti».
Nell’attività di ricerca, durata dieci settimane, sono state coinvolte 48 vacche Holstein, suddivise in tre gruppi da sedici: nel primo di essi ogni vacca ha ricevuto un’integrazione di 300 milligrammi di oleoresina di capsicum, nel secondo 300 milligrammi di una combinazione di oleoresina di capsicum e olio di chiodi di garofano, mentre alle vacche del terzo gruppo non è stato somministrato alcun integratore.
I risultati del lavoro, recentemente pubblicati sul Journal of Dairy Science (link in basso), evidenziano i vantaggi fisiologici e ambientali dell’introduzione di questi prodotti botanici nella dieta delle bovine da latte. La ricerca rappresenta la naturale evoluzione di studi precedenti dell stesso ateneo, con cui gli scienziati avevano dimostrato quanto i prodotti botanici possano modificare la fermentazione nel rumine della vacca da latte.
Il gruppo di ricerca di Hristov presso la Facoltà di Scienze Agrarie ha così sperimentato l’integrazione dell’alimentazione delle vacche da latte iperproduttive con diversi additivi naturali – dalle alghe agli oli di aglio e origano – e sintetici, in uno impegno complessivo durato quasi vent’anni, al fine di migliorare la produzione di latte, di ridurre le emissioni ambientali e di offrire benefici fisiologici alle vacche stesse.
Tra gli “osservati speciali” del progetto c’era il metano – potente gas serra rilasciato nell’atmosfera dall’eruttazione degli animali – generato dalla fermentazione del cibo che avviene nel rumine. Questo processo consente all’animale di consumare e utilizzare fibra e e sottoprodotti vegetali che ad esempio non possono essere digeriti dagli esseri umani o da altri animali da allevamento monogastrici.
Sebbene la mitigazione di queste emissioni non fosse che uno degli obiettivi di questo progetto, i ricercatori hanno riferito che la resa e l’intensità del metano delle vacche coinvolte nello studio sono diminuite dell’11% grazie alla somministrazione di oleoresina di capsicum e olio di chiodi di garofano associati. L’effetto è stato particolarmente pronunciato nelle vacche alla prima lattazione.
«Abbiamo concluso», ha aggiunto Hristov, «che l’oleoresina di capsicum può influenzare l’energia e l’utilizzo dell’azoto da parte delle vacche, mentre la fermentazione ruminale e gli effetti di mitigazione del metano probabilmente sono stati innescati da un effetto associativo dell’oleoresina di capsicum e dell’olio di chiodi di garofano o del solo olio di chiodi di garofano».
Grazie a questo lavoro è stato dimostrato come alcuni prodotti botanici – composti bioattivi di origine vegetale chiamati anche fitonutrienti – abbiano un’ampia gamma di proprietà antimicrobiche utili nel controllare l’attività di batteri, protozoi e funghi e potenziali modificatori delle funzioni ruminali. «Studi con specie animali diverse dai ruminanti», ha aggiunto Hristov, «hanno dimostrato che i fitonutrienti, somministrati a basse dosi, possono innescare risposte specifiche legate alla salute gastrointestinale e all’immunità negli animali».
«Vari prodotti botanici, con principi attivi come eugenolo, cinnamaldeide, allicina e capsaicina», ha concluso lo scienziato, «possono innescare risposte immunitarie, ridurre lo stress ossidativo e influenzare la secrezione e l’attività dell’insulina». A tale proposito altri studi scientifici hanno dimostrato che i prodotti botanici possono regolare le risposte pro o antinfiammatorie aumentando o diminuendo le proteine infiammatorie coinvolte nel sistema immunitario, i globuli bianchi e lo stress ossidativo nei non ruminanti, e potenzialmente anche nei ruminanti.
21 febbraio 2024
Chi fosse interessato a saperne di più può consultare lo studio “Lactational performance, enteric methane emission, and nutrient utilization of dairy cows supplemented with botanicals” in lingua originale o nella versione in italiano proposta da Google Translate: “Prestazioni in allattamento, emissione enterica di metano e utilizzo di nutrienti delle vacche da latte integrate con prodotti botanici“.