Trentino: una mostra d’arti varie a Tenno ci racconta l’epopea dei “cacciatori d’erba”

Malghese con una sua vacca
la casara Petra Rauter mentre richiama le vacche con il sale, malga Cadria, val di Ledro, Trentino

Ancora una volta latte, formaggi e malghesi sono al centro di una mostra – di fotografia, poesia e pittura – che si tiene nella Provincia Autonoma di  Trento. L’esposizione, inaugurata giovedì scorso, 21 marzo, presso la “Casa degli artisti Giacomo Vittone” del Comune di Tenno – a pochi chilometri dal Lago di Garda – è intitolata “Cercatori d’erba. Malghe da formaggio in Trentino”.

“Cercatori d’erba” racconta quindici storie di donne e di uomini in quindici malghe fatte di suoli, pascoli, paesaggi, microclimi, caratteri e temperamenti diversi tra loro: alle biodiversità più comunemente riconosciute – quella vegetale e quella animale – qui si affianca evidente la biodiversità umana, che contribuisce anch’essa all’identità e al carattere di ogni prodotto.

Malghese con il suo formaggio
foto di Marco Simonini©

La mostra, che fa parte del segmento che la galleria dedica al paesaggio, è un progetto espositivo a tre voci: quelle di Marco Simonini, fotografo; Francesco Gubert, poeta; e Amina Pedrinolla, pittrice. Mette in risalto i diversi sguardi che i tre artisti rivolgono ad un mondo che oggi si ripete, pur mutando, e aggiunge alla narrazione la personale ricerca sul passato, attraverso i volti dei vecchi pastori di queste montagne, già attivi prima del boom economico degli Anni Sessanta. Un dialogo tra presente e passato che esprimendosi compone il mosaico di un mondo d’Alpe nel suo lento ma incessante mutare.

“Vivere e lavorare al di qua della soglia e nel pieno rispetto di quanto il pascolo può effettivamente dare alla mandria e alla comunità umana”, spiega Walter Nicoletti nell’introduzione del catalogo, “è una lezione che fa dell’alpeggio un punto fondamentale per comprendere le sfide del nostro tempo in un mondo senza più limiti, dove la crescita fine a sé stessa sembra essere diventata l’unica religione”.

“Queste “malghe da formaggio””, aggiunge Nicoletti, “raccontano il tempo presente in un mondo dove ogni singola parte esiste solo in funzione del tutto” e dove “ogni cosa parla d’amore”. Un luogo dove il lavoro, i sentimenti, le passioni, la fatica, i sapori e gli odori diventano la stessa cosa e assumono un significato e un orizzonte armonico e circolare, per usare un termine oggi utilizzato per indicare un modello di sviluppo dove anche i rifiuti diventano davvero risorsa”.

“Nel sovrapporsi e intrecciarsi di immagini e tratti pittorici”, prosegue l’introduzione, “la narrazione assume la luminosità d’un tempo primordiale, dove ritroviamo le sfumature dell’archetipo e di quell’inconscio collettivo che vede nella malga il simbolo di una comunità che si univa per affrontare insieme le sfide della sopravvivenza in quota. Di questa impronta originaria rimangono oggi in Trentino diverse testimonianze con decine di società di alpeggio, centinaia fra pastori, malghesi e casari che operano in 460 strutture censite, un centinaio delle quali impegnate nella lavorazione del latte in prodotti d’alta qualità”.

“Un patrimonio fondamentale”, conclude Nicoletti, “per il futuro di questa terra e per la capacità di autogoverno che saprà esprimere nei prossimi anni. Alla nostra generazione spetta il compito di preservare questi ambienti dall’omologazione e dalla speculazione incipienti sapendo, come scrive Francesco Gubert, che la malga avrà futuro solo se sarà capace di raccontarsi”.

L’esposizione cambierà volto a partire dal 21 aprile, data in cui accoglierà le copertine di un’immaginaria rivista intitolata The Gardesaner, dedicate tanto alle vedute alpine quanto agli scenari lacustri, dando forma a un progetto ideato e realizzato dal Gruppo Amici dell’Arte di Riva del Garda. 

Cercatori d’erba” si protrarrà sino al 9 giugno, con apertura dal martedì alla domenica (10:00-12:00; 14:00-18:00), con ingresso libero.

28 marzo 2024