Piante eduli: verso una filiera piemontese dei prati e dei pascoli

Erbe spontanee commestibili
foto Ginevra Nota – DiSAFA – Università degli Studi di Torino©

Incentrato sullo sviluppo di filiere zootecniche ecosostenibili, in cui i bovini da latte e carne sono alimentati principalmente con erbe e fieni ad elevata biodiversità (polifiti), il progetto FILIERBA (acronimo di “FILIere dell’ERBA”) ha l’obiettivo primario di sostenere gli allevatori piemontesi nel superare le difficoltà che il settore attraversa, e di migliorare la sostenibilità delle produzioni.

Operando nel campo della biodiversità vegetale (i foraggi polifiti sono composti da un minimo di cinque specie), i ricercatori impegnati nello studio – quelli Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DiSAFA) e del Dipartimento di Management (DipMan) dell’Università di Torino – si sono prefissati di valorizzare anche le piante eduli presenti in natura (da sempre utilizzate con finalità alimentari e curative) per gli usi che gli esseri umani possono farne oggi.

L’esigenza di riscoprire piante ed erbe da destinare all’alimentazione umana

Escursione alla ricerca di piante eduli
foto Ginevra Nota – DiSAFA – Università degli Studi di Torino©

“La ricerca in natura di piante alimentari spontanee (da alcuni anni denominata “foraging”, ndr)”, spiegano i ricercatori del DiSAFA, “accompagna da sempre la vita dell’uomo, con forme e importanza diverse a seconda dei luoghi e dei tempi, ed è una pratica riemergente con crescente popolarità in tutto il mondo. L’esigenza di individuare piante “nuove” da destinare all’alimentazione umana è cresciuta negli ultimi anni anche come reazione alla sempre maggiore omologazione dei consumi alimentari. Essa è quindi un obiettivo importante non solo per diversificare la nostra alimentazione, ma anche per salvaguardare l’agrobiodiversità dei sistemi agricoli”.

Da alcuni decenni a questa parte i consumatori hanno dimostrato una crescente attrazione per il cibo in grado di fornire elementi utili a una nutrizione equilibrata e salutare, risvegliando l’interesse di aziende e ricercatori verso le piante selvatiche commestibili. Allo stesso tempo si registra una rinnovata diffusa attenzione nei confronti delle tradizioni alimentari locali e delle fonti alimentari spontanee, in quanto strettamente connesse al concetto di “terroir” e di eredità culturale intangibile.

“Di conseguenza”, spiegano i responsabili di Filierba, “la raccolta di piante spontanee non è più soltanto una pratica di sussistenza, ma anche un’attività ricreativa, che può contribuire allo sviluppo del turismo e del commercio, dando un nuovo impulso alle economie locali”. “Riconoscere le piante spontanee eduli e conoscere le norme di raccolta a cui sono soggette e il loro valore nutrizionale è importante per coloro che operano sia nell’ambito dell’assistenza all’agricoltura, sia in quello del turismo e della ristorazione”.

Un evento di formazione dedicato agli operatori agricoli, forestali e turistici

Studio di piante eduli in in campo
foto Ginevra Nota – DiSAFA – Università degli Studi di Torino©

È per questi motivi che, nell’ambito delle numerose attività del progetto Filierba, martedì 16 aprile scorso a Traversella (comune della Valchiusella, in provincia di Torino), i responsabili del DiSAFA, in collaborazione con il Club Amici Valchiusella, hanno organizzato l’evento intitolato “Verso una filiera delle piante spontanee commestibili dei prati e pascoli piemontesi”, che si è articolato in due diversi momenti: una passeggiata guidata dalle “magistre” e “magistri d’erbe” (gli esperti divulgatori del club) della Valchiusella e da esperti botanici del DiSAFA, per osservare le erbe spontanee sul terreno, e una seduta di lavoro in aula (presso il “Soggiorno Montano” di Traversella, ndr). In questo seconda parte dell’attività sono stati approfonditi gli aspetti di filiera, della qualità e degli usi tradizionali delle erbe, a partire dai risultati ottenuti nel corso del progetto stesso attraverso le ricerche condotte da DiSAFA e  DipMan.

L’evento ha mirato a trasmettere ai partecipanti – operatori agricoli, forestali e turistici e ristoratori – le principali conoscenze su alcune delle specie spontanee eduli presenti nei prati e nei pascoli piemontesi, le tecniche più opportune per la loro raccolta e conservazione e i requisiti principali per la loro commercializzazione. Oltre a questo, sono stati trattati anche le loro proprietà salutistiche e gli impieghi in cucina.

Dall’incontro è scaturito un interessante confronto tra i presenti, che ha messo in luce quanto il foraging – promosso attraverso la trasmissione delle suddette conoscenze – può contribuire proprio allo sviluppo di un turismo lento e sostenibile e delle economie locali

Positivo è risultato l’esito dell’iniziativa, a cui hanno partecipato una trentina di guide escursionistiche e ambientali della Regione Piemonte, alcuni dottori agronomi e forestali e ristoratori.

24 aprile 2024