Il nuovo rimedio contro le sbronze? Un idrogel con le proteine del latte

Uomo che alza il gomito
foto Pixabay©

Il prossimo rimedio anti-sbronze arriverà dal latte. A darne notizia, la scorsa settimana, sono stati l’Eth, meglio conosciuto come Politecnico Federale di Zurigo, e la China Agricultural University (Cau), che hanno collaborato ad una ricerca su cavie che ha permesso di mettere a punto un idrogel proteico in grado di scomporre rapidamente e innocuamente l’alcol ingerito prima ancora che esso entri nel flusso sanguigno.

L’antidoto orale contro le intossicazioni acute da alcol è stato sviluppato e testato con successo sui topi da laboratorio. L’idrogel è progettato utilizzando una proteina del latte classificata come sottoprodotto della produzione di formaggio, in grado di scomporre l’alcol presente nell’organismo, senza generare prodotti di scarto tossici come l’acetaldeide derivata da altri rimedi.

L’aspetto che i ricercatori si sono posti nell’approcciare la problematica è quello di un fenomeno come l’abuso di alcol che ogni anno miete nel mondo milioni di vittime e contro cui non esistono ancora soluzioni efficaci e senza conseguenza di intossicazioni (le principali a carico del fegato.

«Il gel messo a punto», spiega il Prof. Raffaele Mezzenga, responsabile dello studio e del laboratorio di alimenti e materiali morbidi dell’Eth, «è in grado di spostare la “rottura” dell’alcol dal fegato al tratto digestivo. A differenza di quando l’alcol viene metabolizzato nel fegato, non viene prodotta alcuna acetaldeide nociva come prodotto intermedio».

“L’innovativo gel”, hanno spiegato i ricercatori presentando i primi risultati dello studio, “è prodotto dal siero di latte, che viene lasciato bollire per diverse ore, producendo lunghe fibrille di proteina beta-lattoglobulina. Esse possono essere indotte a reticolare e formare un gel attraverso l’aggiunta di sale e acqua. I gel funzionano bene per applicazioni come questa perché vengono digeriti lentamente, ma il nostro aveva ancora bisogno di qualcosa per abbattere l’alcol”.

«Abbiamo quindi immerso le fibrille in quello che possiamo chiamare un “bagno di ferro”», ha aggiunto la prima autrice dello studio, Jiaqi Su, dottoressa in Scienze Alimentari presso la Cau, «in modo che reagissero efficacemente con l’alcol, per convertirlo in acido acetico». Ma non è tutto, perché per completare l’opera è stato aggiunto dell’oro, per un motivo ben preciso: il prezioso metallo infatti non viene assimilato né degradato dal nostro apparato digerente, quindi può rimanere nello stomaco o nell’intestino più a lungo si altri metalli per completare la suo “missione”.

L’oro inoltre reagisce con il glucosio, producendo piccole quantità di perossido di idrogeno, necessario per innescare la reazione tra ferro e alcol che porterà quest’ultimo ad essere convertito in innocuo acido acetico senza mai raggiungere il fegato.

Per testare la loro invenzione, i ricercatori hanno utilizzato due gruppi di cavie da laboratorio: ai topolini appartenenti al primo gruppo è stata somministrata un’unica ma importante dose di alcol (acuta), mentre a quelli del secondo gruppo l’alcol è stato somministrato in maniera graduale (cronica) e regolare nell’arco di dieci giorni, assieme a dosi profilattiche del suddetto gel.

Nel gruppo “acuto” il gel ha portato a un calo del 40% dei livelli di alcol nel sangue dopo 30 minuti, rispetto agli animali di controllo (in entrambi i gruppi ad alcuni soggetti non è stato somministrato il gel). A distanza di cinque ore il calo di alcol è stato pari al 56% è un controllo delle funzionalità epatiche ha confermato che i loro fegati stavano funzionando meglio, con un accumulo di acetaldeide significativamente meno tossica. Nel gruppo “cronico”, invece, oltre alla riduzione dei livelli di alcol nel sangue, il gel sembrava avere effetti positivi di maggior durata. In questo gruppo le cavie hanno perso meno peso e hanno mantenuto una migliore funzionalità del fegato, ma anche dell’intestino e della milza.

Pensando alle ricadute che il prodotto potrà avere sul mercato, i responsabili dei due enti hanno già avviato le pratiche per proteggere la loro ricerca con un brevetto internazionale, anche se prima di essa il loro prodotto dovrà essere sottoposto ai necessari test clinici.

I ricercatori si sono espressi anche sul rischio di cattive interpretazioni che l’idrogel potrebbe avere: in particolare, hanno sottolineato, nessuno dovrà pensare che grazie ad esso ci si potrà spingere a consumi maggiori di quelli oggi sopportati dal proprio organismo.

Tuttavia, il professor Mezzenga ha spiegato che questa non è una pallottola magica per tutti gli effetti negativi di un’abbuffata di alcol. 

“«Il gel», ha sottolineato Mezzenga, «semplicemente aiuta a ridurre la quantità di alcol che entra nel flusso sanguigno. Va quindi messo in evidenza che, una volta che l’avvelenamento acuto da alcol si è insediato nell’organismo, esso non può fare più alcun effetto».

22 maggio 2024

Chi voglia saperne di più può consultare qui lo studio in inglese “Single-site iron-anchored amyloid hydrogels as catalytic platforms for alcohol detoxification”, altrimenti la sua traduzione prodotta da Google Translate: “Idrogel amiloidi ancorati al ferro a sito singolo come piattaforme catalitiche per la disintossicazione dall’alcol