Nuove tecnologie e mondo rurale: in Spagna si studia la pastorizia di domani

Jomar Magalhaes Barbosa
Il ricercatore Jomar Magalhaes Barbosa del Ciagro impegnato nello studio del pascolamento assistito con droni e gps – foto Plataforma Tierra©

Ancora uno studio scientifico sull’uso di Gps e droni ci avvicina al giorno in cui le nuove tecnologie applicate a queste risorse saranno nella disponibilità delle aziende che praticano la zootecnia estensiva. Ovviamente i costi di esercizio – attualmente proibitivi per i più – dovranno ridursi e si ridurranno via via che richiesta e produzione di quegli apparati si diffonderà, crescendo quindi di numero, secondo il principio dell’economia di scala.

L’ultimo progetto avviato in materia è in corso in Spagna ed è incentrato sulla cosiddetta “ecologia del movimento e della produttività degli ecosistemi”, vale a dire un sistema di droni e trasmettitori di localizzazione Gps che monitorano in tempo reale la bellezza di quattrocento greggi di capre e pecore e mandrie di vacche e cavalli in tutta la penisola iberica. Obiettivo ultimo è lo studio del pascolamento in montagna nelle sue diverse sfumature – praticato quindi da diverse specie animali e diverse comunità rurali in diversi contesti orografici – e la sua interazione con i territori.

Ad aver concepito e a gestire lo studio sono gli scienziati dell’area Ecologia del Ciagro (Centro de Investigación e innovación AGROalimentaria y agroambiental, vale a dire il Centro di Ricerca e Innovazione Agroalimentare e Agroambientale) della Universidad Miguel Hernández (Umh), con sede nel territoria Alicante di Orihuela, località della Comunità Valenciana, sita a 60 chilometri da Alicante.

“La ricerca”, spiegano i responsabili del progetto, “è stata condotta per due anni con l’obiettivo di determinare i modelli di movimento degli animali e gli effetti che essi hanno sull’ambiente e sulla biodiversità”.

A metà tra la transizione ecologica e quella digitale, si tratta di osservare come l’ecosistema risponda sia all’interazione della pressione del pascolo estensivo che delle stagioni dell’anno sia anche a fenomeni meteorologici estremi, come siccità o piogge intense, in contesti di cambiamento climatico.

Il ruolo fondamentale dei ruminanti al pascolo

L’epicentro dello studio è il pascolo comunale di Los Campos de Hernán Perea, una zona rurale del comune di Santiago-Pontones (nei pressi di Jaén, in Andalusia), dove vengono monitorate diverse mandrie, con le rimanenti che sono distribuite in altre comunità autonome.

Responsabili dello studio sono i Proff. José Antonio Sánchez-Zapata e Jomar Magalhaes Barbosa che nei giorni scorsi hanno rivelato ai media spagnoli le prime conclusioni a cui lo studio è giunto. Tra le prime evidenze emerge il ruolo fondamentale che i ruminanti al pascolo hanno nel mantenimento del naturale equilibrio nei pascoli di montagna. Senza di essi il pascolo si popolerebbe di erbe e piante infestanti e il suo valore – foraggero, ecologico, ambientale, paesaggistico – si avvierebbe verso un rapido declino.

Molto diverso appare, al cospetto del ruolo massivo ricoperto da greggi e mandrie, il peso che le specie selvatiche – in particolare capra di montagna, capra selvatica, daino e muflone – svolgono in quei medesimi contesti, avendo essi una densità di popolazione per lo più assai bassa.

In un contesto complessivo come questo, una gestione moderna ed evoluta del pascolamento risulta preziosa per contribuire all’uso sostenibile dei paesaggi socio-ecologici: i droni forniscono immagini confrontabili con quelle ottenute dai satelliti negli ultimi trenta anni, e permettono di valutare la risposta della vegetazione alla grande pressione degli erbivori domestici e alla modesta portata prodotta dai selvatici.

Ma non solo. Perché lo studio ha in sé alcune applicazioni collaterali molto interessanti, che facilitano il lavoro dei pastori sulla base dei dati forniti sul comportamento del bestiame nelle diverse stagioni dell’anno, e anche sulle condizioni meteorologiche.

A detta degli scienziati spagnoli, il futuro dei paesaggi agricoli di montagna, a cui è riconosciuta una grande importanza per alcune produzioni alimentari di pregio, potrà essere garantito operando su tre fronti: il miglioramento dei servizi nelle comunità rurali, lo sviluppo di nuove opportunità commerciali, e un approccio più semplice per molti aspetti della vita quotidiana, grazie ai supporti digitali innovativi.

Come cambierà il lavoro del pastore

“Prendendo ad esempio il caso di un pastore”, spiegano i ricercatori spagnoli, “fornendo ad esso ogni 5-15 minuti, sul cellulare, i dati rilevati sulla posizione della mandria o del gregge e sulla dislocazione dei “recinti virtuali”, gli si offre ciò che di necessario deve sapere per la loro gestione, facendo in modo che all’eventuale superamento del confine da parte degli animali, il sistema generi un messaggio istantaneo al dispositivo”.

Tutto questo offre l’opportunità di migliorare la qualità della vita del pastore, che potrà seguire la presenza degli animali dal suo dispositivo mobile.

In altre parole, queste tecnologie permettono ad esempio ai pastori di ridurre i costi del carburante, riducendo al minimo i loro spostamenti e fornendo loro più tempo libero da dedicare ad altre occupazioni. Due aspetti del lavoro che rendono questa attività più attraente e facilitano il necessario ricambio generazionale nelle campagne, contribuendo a ridurre il rischio dell’abbandono del mondo rurale da parte delle giovani generazioni.

12 giugno 2024

fonte: Plataforma Tierra©