Bologna: 400 esperti da 30 Paesi si confrontano sugli allevamenti high-tech

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La città di Bologna, per iniziativa della propria Università degli Studi (gruppo di ricerca “Strutture e ambiente” – Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari dell’Alma Mater) ospita in questi giorni un evento di portata internazionale dedicato alla zootecnia del futuro. Da lunedì scorso, 9 settembre, ad oggi infatti, l’undicesima edizione della “European Conference on Precision Livestock Farming” riunisce esperti da tutto il mondo per confrontarsi sulle ultime innovazioni nel campo della cosiddetta “zootecnia di precisione”. Una dimensione dell’allevare che solo parzialmente potrà sfiorare le aziende a conduzione familiare.

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di portare nel prossimo futuro il mondo degli allevamenti più organizzati sempre più verso la sostenibilità agro-ambientale, “mantenendo al centro dell’operato”, spiegano gli organizzatori dell’evento in un comunicato stampa, “il benessere animale, la qualità dei prodotti e la tutela dell’ambiente”. Grazie ai sistemi di monitoraggio avanzati, ai sensori intelligenti, alla raccolta e all’elaborazione di grandi quantità di dati, è e sarà sempre più possibile ottimizzare la produzione zootecnica riducendo al minimo l’impatto ambientale.

“È possibile quindi”, incalzano i ricercatori, “pensare che la produzione di latte, uova, carne e dei loro trasformati possa avvenire nel rispetto della salute del consumatore, dell’ambiente e degli animali e sia anche economicamente sostenibile?”. La risposta, o meglio le risposte, le daranno i circa quattrocento studiosi, tecnici e rappresentanti di aziende leader del settore arrivati al Palazzo dei Congressi, sede dell’evento, provenienti da più di trenta Paesi.

“L’orizzonte a cui si guarda”, spiegano gli organizzatori, “è quello di una gestione degli allevamenti sempre più rivolta al benessere, alla sicurezza alimentare e alla protezione ambientale”. 

Ad argomentare la tematica ci pensano Patrizia Tassinari e Daniele Torreggiani, professori del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari dell’ateneo falsineo: «Non può esserci un settore zootecnico competitivo e sostenibile senza sistemi di gestione in grado di garantire una stretta interconnessione tra la fornitura di prodotti sani e sicuri, il benessere degli animali, lo sviluppo equo della filiera alimentare, la protezione ambientale e la trasparenza pubblica basata su principi e valori equi».

«La zootecnia di precisione», proseguono i due docenti, «è al centro di tutto questo: un’integrazione di sistemi e tecnologie innovative con approcci e visioni rivoluzionari, che collegano animali, esseri umani e ambiente».

Cos’è la Precision Livestock Farming

La Precision Livestock Farming è infatti un’idea di allevamento “smart” – di certo non accessibile a tutti – che utilizza sensori e tecnologie informatiche per monitorare la salute, il benessere e la produzione degli animali e per ridurre l’impatto ambientale. Sistemi di monitoraggio, computer vision e imaging, analisi del suono, analisi dei dati, intelligenza artificiale, big data e modellazione sono tutti approcci oggi applicabili sia nelle strutture di allevamento che per gli animali allevati all’aperto. “In questo modo”, spiegano gli esperti, “allevatori, veterinari ed esperti possono fare scelte informate sulla base di una raccolta continua e automatizzata di informazioni”.

«L’analisi integrata di smart data di singoli animali e degli ambienti d’allevamento», aggiunge Tassinari, «apre nuove strade per la diagnosi precoce e la prevenzione delle malattie, un maggiore benessere degli animali e la tracciabilità della produzione, una migliore sostenibilità economica, perseguendo allo stesso tempo la protezione ambientale e il miglioramento della biodiversità, sostenendo una nuova consapevolezza sociale».

L’aspetto più critico e non dichiarato di cui tenere maggiormente conto rimane però l’accessibilità delle piccole aziende a soluzioni tecnologiche, sofisticate ed economicamente troppo impegnative. Un gap che renderà ancora più profondo (e chissà che non sia un bene!) il solco che separa i produttori industriali e organizzati dai produttori più rurali, più piccoli e in fin dei conti più autentici.

11 settembre 2024