Con questo articolo avremmo voluto parlare di Elia, bimbo di tre anni, morto nel maggio scorso per aver contratto la Seu (sindrome emolitico uremica) a seguito dell’ingestione di formaggio a latte crudo contaminato da escherichia coli Stec. E ancor più avremmo voluto raccontarvi dei suoi genitori – Sonia e Marco – e della loro ammirevole iniziativa, “Il trenino di Elia”, nata per sensibilizzare altri genitori sui rischi che i prodotti a latte crudo freschi implicano per bambini, donne incinte, anziani e soggetti immunodepressi. Un’iniziativa che auspichiamo abbia il merito di promuovere un cambiamento di rotta nella legislazione del nostro Paese (già si parla di una proposta di legge in tal senso) introducendo l’obbligo di una chiara dicitura in etichetta e in ogni porzione di quei formaggi.
Una bimba di un anno colpita da Seu, ancora per via di un formaggio a latte crudo trentino
E invece siamo qui di nuovo a chiederci perché ancora oggi, dopo decine di casi gravi registrati negli anni in tutt’Italia, nulla si sia fatto per evitare che questa strage silenziosa continuasse. Ce lo chiediamo di nuovo forte, da poche ore, dopo che decine di giornali online, ieri pomeriggio, hanno rilanciato la notizia di un nuovo caso, che ha colpito una bambina ampezzana di un anno, passata in poche ore negli ospedali di San Candido, Brunico (inadeguati a seguire il caso), Bolzano (che ha diagnosticato l’infezione da Stec) e finalmente approdata in quello di Padova, in cui è attivo un presidio specializzato in neurologia infantile.
Stamattina le prime buone notizie trapelano sulle condizioni della bimba, che sarebbe stata già dimessa ma che dovrà essere sottoposta, chissà per quanto, a frequenti accertamenti specialistici e alle necessarie terapie cliniche.
Ancora una volta a cadere nell’occhio del ciclone è il sistema latte trentino, in quanto il formaggio incriminato, il Saporito della Val di Fassa (di cui il Ministero della Salute ha disposto ieri il richiamo dal mercato di ben 50 lotti di quel formaggio, ma gli altri a latte crudo freschi?, ndr), è prodotto da un caseificio – il Caseificio Sociale di Predazzo e Moena – aderente al Concast (Consorzio dei Caseifici Sociali Trentini), consorzio a cui appartiene anche il Caseificio Sociale di Coredo, tristemente noto per aver ridotto – nel 2017 – il piccolo Mattia in stato vegetativo irreversibile.
Domande che al momento non hanno risposte. Le troveranno?
Di parole se ne potrebbero spendere tante, ma poche tra tutte sono quelle che – in forma di domanda – vogliamo rivolgere proprio ai vertici del Concast (Perché ancora una bambino colpito da Seu dopo aver mangiato un formaggio di un Caseificio Sociale Trentino? Cosa è cambiato dopo gli impegni che avete assunto con il Comunicato Stampa diffuso dalla Cooperazione Trentina il 27 marzo scorso? Sono previste iniziative disciplinari interne su responsabili di produzione e direzione? Cosa fare per far sì che fatti come questi non accadano mai più?) e alla Confcommercio Trentino (Cosa fare per evitare che i negozianti propongano i formaggi a latte crudo freschi ai bambini, alle donne incinte, agli anziani?).
27 novembre 2025