Legambiente: “Salvaguardare pastorizia e selvicoltura per garantire un futuro agli Appennini”

Appennino
Appennino – foto Giorgio Galeotti – Creative Commons License©

Lo spopolamento delle “Terre Alte” è tra le maggiori problematiche di cui soffre buona parte del patrimonio naturalistico e ambientale italiano, ma per dirla tutta il principale fattore di criticità consiste nella perdita di attività – pastorizia e selvicoltura in testa – che per millenni hanno supportato biodiversità vegetale e animale, armonizzandosi con l’ambiente, plasmandolo sapientemente, curandolo in maniera assidua.

A preoccuparsi di questo, oltre a molti centri di ricerca e di studio, che da anni lavorano sugli habitat di montagna, si aggiunge ora anche Legambiente, che con il progetto Ape Toe offre una sua visione sul futuro degli Appennini. L’obiettivo dichiarato è quello di migliorare la conservazione della natura dell’Appennino Tosco-Emiliano a partire proprio dal ripristino delle attività tradizionali.

“Ci sono vite apparentemente ordinarie”, spiegano i fautori del progetto Ape Toe, “scandite da un ritmo quotidiano di fatiche e soddisfazioni, delusioni e nuovi entusiasmi, come tante. Vite sconosciute eppure speciali perché capaci di mantenere quella connessione preziosa con la natura, la cultura e le tradizioni di luoghi straordinari, marginali rispetto alle rotte delle politiche di sviluppo, sempre più fragili a causa dello spopolamento e l’abbandono”.

Realtà piccole e prodigiose

Si tratta di realtà al tempo stesso piccole e prodigiose, quelle che Legambiente ha incontrato sviluppando, insieme ad altri partner istituzionali, il progetto Ape Toe, per il “Ripristino Praterie e Foreste dell’Appennino Tosco-Emiliano”. Si tratta di una grande sfida scientifica e culturale, “il cui prodotto finale – il Piano di conservazione dell’appennino settentrionale – presentato lo scorso dicembre in occasione dell’ultimo Forum degli Appennini, basa il suo obiettivo di migliorare la conservazione della natura dell’Appennino tosco-emiliano proprio sul recupero delle attività tradizionali.

In sostanza il progetto riconosce le attività che si facevano in Appennino – dai pascoli con i pastori alla selvicoltura tradizionale, alla cura dei castagneti – come un fattore di conservazione e di moltiplicazione della biodiversità e cerca di individuare e quantificare i servizi ecosistemici che le popolazioni di montagna offrono con queste attività, al fine di sostenerle, e invertire la tendenza molto marcata allo spopolamento e all’abbandono.

Il Piano di Conservazione dell’Appennino Settentrionale

“Il Piano”, sottolineano i responsabili del progetto, “vuole avviare un ripristino a vasta scala del paesaggio agro-pastorale appenninico in grado di mantenere alti livelli di biodiversità recuperando habitat e processi ecologici, favorendo la resilienza climatica e l’attrattività per un turismo sostenibile e il benessere delle comunità in un territorio che contempla 45 habitat di interesse comunitario, 52 specie di interesse comunitario, 56 specie vegetali endemiche (di cui 19 esclusive delle Alpi Apuane) e 18 specie animali”. L’areale include 29 zone Natura 2000 tra il Parco Nazionale dell’Appennino tosco- emiliano, i Parchi regionali delle Alpi Apuane e delle Valli del Cedra e del Parma, la riserva Mab Unesco Appennino Tosco-Emiliano.

Le azioni puntuali previste dal Piano riguardano in primis la consapevolezza dei cittadini e dei portatori di interesse sul valore del paesaggio e della biodiversità e sull’importanza della gestione sostenibile e responsabile delle foreste, delle praterie e dei pascoli.

“Da questo obiettivo”, concludono i responsabili di Ape Toe, “si diramano le azioni successive mirate al sostegno e all’ottimizzazione delle esperienze imprenditoriali ed economiche, piccole realtà che svolgono un importante ruolo pionieristico, assicurando servizi ‘ecosistemici’ indiretti, con ricadute positive per la conservazione del paesaggio degli equilibri ecologici, di presidio del territorio, di manutenzione e prevenzione del rischio idrogeologico, di miglioramento della resilienza alle pressioni indotte dai cambiamenti climatici”.

Il progetto Ape Toe è coadiuvato da otto partner istituzionali: Regione Toscana, Regione Emilia-Romagna, Parco Regionale delle Alpi Apuane, Parco Regionale dei Cento Laghi, Unione di Comuni Montana Lunigiana, Unioni di Comuni della Garfagnana, Gal Consorzio Lunigiana e Gal MontagnAppennino.

14 febbraio 2025