L’Italia verso l’abbattimento dei lupi “confidenti”: dall’Ispra i protocolli di contenimento

Lupo
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A ricordarci che il lupo è tra noi, e che sempre più si spinge verso i grandi abitati rinnovando i rischi connessi per la popolazione, ci ha pensato martedì scorso, 22 febbraio, un esemplare in dispersione che – chissà come, chissà perché – era finito in una roggia del Naviglio Grande a pochi chilometri da Milano. L’animale è stato salvato dai vigili del fuoco e affidato a un centro specializzato nell’accoglienza degli esemplari selvatici in difficoltà.

Per pura coincidenza, nella stessa giornata, l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha comunicato ufficialmente i protocolli che consentiranno di stabilire le quote regionali massime relative agli abbattimenti di lupi. I valori variano tra il 3% e il 5%, vale a dire tra i 100 e i 160 capi in totale. A livello regionale si andrà dai 13-22 in Toscana ai 10-17 in Piemonte, ai 9-15 in Emilia Romagna. Appena 3-5 in Alto Adige.

Ad essere interessati saranno i capi segnalati come problematici in base ai vari fattori di criticità: eccessiva confidenza con gli umani, assidua presenza nelle aree antropizzate, ecc. Stando alle prime indiscrezioni, l’attività di contenimento verrà affidata ai corpi forestali o ad altri soggetti delegati dalle autorità.

La comunicazione dell’Ispra fa seguito alla recente decisione dell’Unione Europea di ridurre il livello di protezione del lupo e rappresenta un primo passo nella definizione di una seria politica ambientale nazionale. La scelta di declassare il predatore da “strettamente protetta” a “protetta” è stata motivata dall’aumento significativo della popolazione dei lupi in Europa e dalle preoccupazioni di allevatori e comunità locali, che lamentano crescenti danni agli allevamenti – spesso insostenibili – e problemi di sicurezza sia per gli animali di affezione (molti i cani predati) sia per gli esseri umani (clamoroso il caso di un bambino di quattro anni aggredito da una lupa a Roma a fine settembre).

Tra i primi commenti giunti dal mondo della politica si registra quello di Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento, che sul proprio profilo Facebook ha scritto che “Il nuovo protocollo Ispra rappresenta un passo avanti nella gestione della presenza del lupo”. “Abbiamo sempre sostenuto”, prosegue Fugatti nel post, “la necessità di strumenti più efficaci per tutelare la sicurezza delle nostre comunità e delle attività economiche legate alla montagna, come l’allevamento e il turismo. La possibilità di intervenire con l’abbattimento di esemplari confidenti, ovvero quelli che perdono la naturale diffidenza nei confronti dell’uomo, è una misura che può contribuire a ridurre i rischi e a garantire una convivenza più equilibrata. Continueremo a lavorare affinché le esigenze del nostro territorio vengano ascoltate e rispettate”.

28 febbraio 2025