C’è il Cnr al fianco dei pastori per la gestione dei “pascoli resilienti”

Sopralluogo ricercatori Islam in un pascolo sardo
foto Ispaam-Cnr©

Sì è tenuto a Sassari venerdì scorso 14 marzo, l’evento conclusivo del progetto “Paschinres”, riguardante l’”impianto e la gestione agronomica di pascoli resilienti per la riduzione dei costi di produzione del latte ovino e il miglioramento della qualità dei prodotti”. Il progetto, finanziato dal Feasr (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale), è gestito dall’Ispaam (Istituto per il Sistema Produzione Animale in Ambiente Mediterraneo) del CNR, in collaborazione con Agris Sardegna, Cao (Cooperativa Allevatori Ovini) Formaggi, Keynés e Salumeria Mangatia.

Il progetto, compreso nella Sottomisura 16.1 riguardante il “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del Pei (Partenariato Europeo per l’Innovazione) in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”, punta a individuare soluzioni agronomiche pronte per essere adottate dagli allevatori, con le finalità di ridurre i costi di produzione e di migliorare la qualità dei prodotti – latte e formaggio – in modo da incrementarne tanto gli utili economici quanto la soddisfazione dei consumatori. 

Pecore al pascolo
foto Ispaam-Cnr©

Da subito il Goi (Gruppo Operativo per l’Innovazione) Paschinres si è costituito nella forma di Ati (“Associazione Temporanea di Imprese”), coinvolgendo oltre ai su menzionati attori, anche quattro allevamenti di ovini da latte situati nei territori della Nurra e dell’Anglona, l’innovation broker Keynés, e l’Antica Salumeria Mangatia di Sassari, con una ultradecennale esperienza nella selezione di prodotti di qualità. 

Le premesse che introducono al progetto sono quelle che ci mostrano aziende ovine regionali che negli ultimi anni hanno accusato una sensibile perdita di reddito netto, determinato da vari fattori, primo tra tutti il deprezzamento progressivo del latte, sempre meno remunerativo e molto “volatile”.

In questa situazione”, spiegano i responsabili del progetto, “tutte le azioni utili a ridurre il costo variabile di produzione del latte portano un vantaggio economico. Il costo variabile di produzione è, infatti, controllabile entro certi limiti dal produttore, a differenza del prezzo di mercato”.

Tra le soluzioni possibili individuate si evidenzia in primo luogo la valorizzazione delle risorse foraggere aziendali, indicate come la fonte alimentare più conveniente ed economica per la produzione di latte (in particolare l’uso di specie e miscugli di foraggere pastorali persistenti di origine locale), che permettere di stabilizzare le produzioni, aumentando la resilienza aziendale.

“Tuttavia”, spiegano i ricercatori, “le foraggere permanenti sono scarsamente diffuse nei sistemi ovini regionali, soprattutto per le difficoltà a gestirne la fase d’impianto e la conduzione agronomica nelle annate successive (ad esempio per il controllo delle infestanti)”. Eppure, il loro impiego, abbinato a tecniche agronomiche sostenibili anche dal punto di vista ambientale – rispetto al sistema di produzione convenzionale basato su lavorazioni annuali e fertilizzazioni con concimi di sintesi – rappresenterebbe un importante punto di svolta per l’aumento del reddito aziendale nel medio-lungo periodo.

La semina su sodo

Tra le soluzioni agronomiche più innovative suggerite dallo studio, spicca la semina su sodo. Mancano, però, da parte di molti allevatori, le conoscenze necessarie per adottare con successo questa tecnica, che richiede non solo l’uso di macchine dedicate, ma anche una profonda modifica dei sistemi aziendali, soprattutto in riferimento al controllo delle infestanti, e le decisioni relative all’epoca di intervento. “La semina su sodo”, spiegano i responsabili del progetto, “offre ulteriori vantaggi per i sistemi foraggeri regionali: la possibilità di tenere il terreno coperto tutto l’anno mediante effettuazione di trasemine nei prati irrigui e, conseguentemente, di ampliare la disponibilità foraggera stagionale anche in assenza della coltura foraggera principale (ad esempio nei medicai), oppure di infittire i pascoli aziendali, laddove le condizioni edafiche e topografiche la rendano possibile”.

Gli obiettivi specifici

Il progetto Paschinres nasce per rispondere alla richiesta di innovazione (obiettivi specifici) di un gruppo di aziende del Nord Sardegna:

a. – incrementare le superfici aziendali seminate con specie pastorali in miscugli altamente resilienti ai cambiamenti climatici per stabilizzare la produzione foraggera ed estendere la stagionalità di pascolamento (innovazione 1).

b. – adottare pratiche agronomiche ecosostenibili ed economicamente vantaggiose (semina su sodo, controllo delle infestanti e valorizzazione del letame aziendale) (innovazione 2).

c. – rispondere alla richiesta di qualità dei prodotti caseari identificando le caratteristiche sensoriali più apprezzate dai consumatori, indotte da una base alimentare foraggera proveniente da pascoli, prato-pascoli e dal territorio di produzione (innovazione 3).

21 marzo 2025

Per maggiori informazioni consultare il sito web del progetto