
Fare fieno in Austria è un’arte, e come ogni arte che si rispetti ha le sue specializzazioni e i suoi personaggi-guida. Tre di essi hanno dato vita, nei giorni scorsi, ad un incontro tecnico di tutto rilievo, confrontandosi sulle più evolute tecniche gestionali di quello che – per la gran parte dell’anno nel Paese – è l’alimento-base delle bovine da latte.
Relatori dell’appuntamento sono stati l’ingegner Matthias Kittl della Lwk (Landwirtschaftskammer, Camera dell’Agricoltura) di Salisburgo, Karl Neuhofer, presidente dell’associazione tra produttori Arge Heumilch e Josef Reindl, proprietario dell’Hsr, azienda produttrice di sistemi di essiccamento tra i più evoluti e apprezzati. I tre hanno affrontato vari argomenti, tra cui l’ottimizzazione della raccolta dell’erba, il cambiamento climatico, l’essiccamento del fieno.
Troppe variabili e incertezze, a causa del cambiamento climatico
Al centro del denso dibattito non potevano non esserci le ripercussioni che il cambio di clima sta portando nelle attività agronomiche delle aziende zootecniche. A confermarlo sono le varie analisi e gli studi operati in materia negli ultimi anni, che stanno dimostrando come la stagionalità dei tagli si stia ormai stabilmente spostando, con il primo taglio effettuato in genere in aprile e l’ultimo solitamente in ottobre.
Un altro tema ha riguardato una delle criticità delle piccole aziende, che – non disponendo di alcuna tecnologia avanzata – rischiano di perdere (e spesso perdono, ndr) il secondo taglio – quello estivo – a causa dell’eccessiva irradiazione solare. E se da un canto l’anno scorso quegli agricoltori hanno perduto quasi tutti un taglio, realizzandone appena due, dall’altro i loro colleghi più attrezzati sono riusciti a praticarne anche quattro.
È l’erba a dirci quando tagliare
Il nemico numero uno di chi si appresta a far fieno, si sa, sono le piogge inattese. Per quanto si possa cercare di seguire le previsioni meteorologiche, il rischio di un temporale improvviso può ormai avverarsi in ogni stagione. D’altro canto è anche vero che se si vuole produrre del buon latte le “finestre” temporali in cui effettuare il taglio sono bevi: l’erba non va tagliata né troppo presto né tardi, pena gli scarsi risultati in termini di resa, sia nell’alimentazione degli animali che nella qualità delle proprie produzioni.
Stanti le ragioni meteo, tagliare nei giorni giusti è possibile con certezza solo per chi sia attrezzato con un impianto di essiccamento. Negli scorsi anni, chi si sia informato sui suoi costi ha (quasi) sempre fatto marcia indietro, tant’è che in Italia, sino a pochi mesi fa, le uniche prospettive ritenute praticabili anche dai tecnici più competenti hanno riguardato modelli produttivi in condivisione, in cui più allevatori si organizzino con un solo impianto, ad uso di ciascuna azienda coinvolta. Un modello che purtroppo è rimasto tale, non riuscendo ad essere concretizzato nei fatti.

Impianti di essiccamento per piccole aziende
Grazie ad un’esperienza più che trentennale, la proposta odierna di Hsr include ormai sistemi di essiccamento del fieno per aziende di ogni dimensione. All’inizio, l’attenzione si è concentrata sullo sviluppo di un impianti potenti ed efficienti dal punto di vista energetico, per aziende con almeno 60 vacche da latte più rimonta. Ma negli ultimi anni un occhio di riguardo è stato dato al segmento delle piccole stalle, che in Austria si dimostra molto vivace grazie al crescente apprezzamento del mercato per l’Heumilch Stg e al buon lavoro di Arge Heumilch.
Il caso di un piccolo allevamento
Tra i clienti di Hsr, ad esempio, brilla la presenza di un’azienda – quella della famiglia Hofer di Bramberg – con appena undici bovine in lattazione e tredici ettari di praterie. La famiglia Hofer utilizza un piccolo impianto – un Hsr 40 Vario Eco – con un display touch-screen da 5,7″. Avendo poche infrastrutture, e quindi poco spazio per lo stoccaggio, l’azienda ha optato per la produzione di rotoballe! Che vengono conservate nel sottotetto di un capannone. Per la loro movimentazione la famiglia Hofer ha optato per una piccola gru da fieno Hsr 105.38 Vario, azionata da terra tramite telecomando.
Questa configurazione consente loro di gestire efficacemente le difficili condizioni meteorologiche di montagna. «Con poco sole e pioggia frequente», spiega Herbert Hofer, “l’anno scorso abbiamo dovuto raccogliere fieno alto due metri e umidità residua del 70-80%, ma tutto si è asciugato bene».
L’alimentazione e lo stoccaggio del fieno sono gestiti principalmente dall’agricoltore anziano della famiglia Hofer, Walter, già che per la gran parte dell’anno il resto della famiglia è impegnato con le attività di alpeggio.
La questione energetica
Uno dei gap colmati negli ultimi anni è quello relativo ai consumi. Recenti efficientamenti sia delle attrezzature di essiccamento sia della tecnologia fotovoltaica hanno reso la gestione economica di questi sistemi molto economica, se confrontata con i primi impianti di essiccamento e ancor più con i costi delle forniture elettriche convenzionali.
Un investimento possibile, per non perdere più raccolti
Parlando di costi, Josef Reindl ha sottolineato come il listino prezzi 2025 un aumento dell’8,3% appena rispetto listino 2021, a fronte di un’inflazione generale pari al 23,75% nello stesso periodo. Rispetto agli anni scorsi il catalogo dell’azienda include soluzioni più abbordabili, frutto degli sforzi compiuti dall’azienda nei confronti del segmento “familiare” del mercato.
In conclusione, conti alla mano, i costi attuali di un impianto risultano di molto inferiori alle perdite di raccolti a chi va incontro chi non è attrezzato, e garantiscono sicurezza e comfort durante le operazioni di raccolta del fieno.
16 maggio 2025