
Una delle obiezioni di comodo, quando si tenti di sostenere i diritti dei pastori nella problematica convivenza con i grandi predatori riguarda l’uso dei mezzi di difesa dei propri animali. Fateci caso: le reti elettrificate e i cani da guardiania non mancano mai nelle argomentazioni dei lupofili, siano essi sedicenti esperti di etologia o semplici animalisti da strapazzo.
In attesa di accompagnarne qualcuno a piantar picchetti sui sassi (che spesso caratterizzano i terreni adibiti a pascolo) per far capire che certe cose vanno vissute sulla propria pelle per essere comprese, la “questione” dei cani da guardiania merita un discorso a sé, per vari e particolari motivi.
Ammesso che i cani siano davvero preparati ad affrontare quel compito – per attitudine di razza, per addestramento, per rapporto numerico tra essi stessi e gli animali da difendere, etc. – ciò di cui si sente il bisogno – e che non viene mai contemplato nelle istanze di certi interlocutori – è che chiunque si avvicini al gregge o alla mandria dovrà sapersi ben relazionare con gli animali.
La questione ha diverse sfaccettature e prospettive di cui tenere conto, in ragione delle forte diversità dei soggetti che interagiscono sulla scena. A differenza di chi è lì per lavorare, chi è in escursione cerca di praticare esercizio fisico o sportivo, apprezza l’aria buona, ama circondarsi di bei paesaggi, e magari nella natura ritrova energie mentali, dopo sei giorni (o undici mesi) di lavoro in ufficio.
Di queste e di altre interessanti questioni trattano le “buone norme da tenere quando si entra in contatto con i cani che difendono le greggi”, pubblicate il 30 ottobre sul sito web del Cai (Club Alpino Italiano), a cura del proprio “Gruppo Grandi Carnivori”.
Nel testo, (vedi link a fondo pagina) si sottolineano le problematiche dei pastori relativamente alla presenza di lupo e orso sulle nostre montagne e si auspica un maggior equilibrio nei rapporti tra chi sulla montagna ci vive e chi ci va per qualche escursione.
Chi si avvicina agli animali adegui i propri comportamenti
Il documento richiama proprio gli escursionisti al “rispetto delle attività di pastorizia in montagna” e alla “messa in atto di comportamenti adeguati e prudenziali quando si attraversano alpeggi monticati da greggi e mandrie e ancora di più quando queste greggi siano protette da cani da guardiania”.
In questo senso il messaggio è chiaro e limpido, per chi lo vorrà capire, nella speranza che a divulgarlo fuori dal circuito del Cai siano adesso i media nazionali, a partire dalle emittenti del servizio pubblico. Partendo proprio dalle parole utilizzate dal Cai, bisognerà far capire agli italiani che “il cambiamento delle abitudini con la presenza del lupo e dei grandi carnivori”… non è a senso unico a carico degli allevatori ma riguarda “tutti i portatori d’interesse, compresi gli escursionisti”.
“In molti paesi confinanti e nelle zone di presenza storica del lupo”, prosegue il sito web del club, “queste tematiche sono affrontate con metodo dagli organismi di governo sia centrali che territoriali attraverso attività di informazione a tutti livelli”.
Divulgazione al centro dei progetti europei sul lupo
Nel diramare queste informazioni, il Cai ha auspicato che le attività d’informazione, oggi previste all’interno di specifici progetti europei, possano e debbano diventare prassi comune e a tal fine si impegna attraverso il suo Gruppo Grandi Carnivori a farsi carico nei confronti del Sodalizio (soci, sezioni e gli organismi tecnici territoriali), di informare e di formare gli escursionisti e più in generale i frequentatori della montagna a tenere i più adeguati comportamenti all’atto di transitare in alpeggi presidiati dai cani da guardiania.
“Il Cai”, prosegue il documento, “desidera esprimere la propria vicinanza e sostegno a tutti quegli allevatori che hanno scelto il percorso non facile della convivenza con il ritorno dei grandi predatori, impegnandosi nella messa in atto delle buone pratiche di prevenzione. Questo atto di coraggio e di lungimiranza deve essere affiancato da un lavoro di supporto che miri ad educare i frequentatori della montagna all’accettazione e al rispetto di nuove regole e di comportamenti adeguati. Solo in questo modo si potrà avviare un vero processo di accettazione e si potrà evitare il più possibile futuri nuovi spiacevoli episodi con i cani da guardiania”.
Le nuove norme del Cai, per i propri associati
Gli escursionisti responsabili quando, nei loro percorsi raggiungono o si avvicinano a pascoli ove sono presenti cani da guardiania o da protezione, adottano comportamenti di prudenza e di rispetto per le attività che il pastore svolge aiutato dai cani. Di seguito le sette norme di comportamento elaborate dal Cai:
1. Non attraversate le greggi; in questo modo si spaventano gli animali e si possono allertare i Cani da protezione i quali, individuandovi come un pericolo, reagiranno abbaiando e venendovi incontro.
2. Non gridate e fate movimenti bruschi con bastoni ne lanciate sassi verso il bestiame o verso il Cane.
3. Se il Cane si avvicina STATE FERMI e non guardatelo fisso negli occhi; questo comportamento potrebbe essere interpretato come una sfida.
4. Indietreggiate lentamente, senza mai voltarvi, fino al momento in cui il Cane cesserà di abbaiare (non vi riterrà più un pericolo).
5. Dopo di che riprendete a camminare tranquillamente aggirando il gregge.
6. Se siete in bicicletta NON attraversate mai un gregge o un pascolo; scendete e lentamente a piedi aggirate il gregge o il pascolo presidiato, potrete poi risalire tranquillamente in bicicletta e proseguire la vostra escursione.
7. E’ sconsigliato portare con se Cani da compagnia se l’escursione programmata può interessare territori ove siano presenti greggi al pascolo presidiati da Cani da guardiania; nel caso in cui vi trovaste comunque in questa situazione tenete il vostro Cane al guinzaglio e non prendetelo in braccio. Allontanatevi dal gregge e dal pascolo compiendo un largo giro attorno ad esso.
Grazie alle nuove “norme” emanate dal Cai, siamo di fronte alle premesse che potrebbero portare il nostro Paese ad un cambiamento epocale. Serviranno ad ogni modo anni – forse decenni – e l’impegno di tutti per raggiungere ciò che in Paesi limitrofi al nostro – come l’Austria e la Svizzera – è una parte di una cultura in cui il rispetto per gli altri è un fatto dovuto, afferente alla buona convivenza.
6 novembre 2017
Le “buone norme da tenere quando si entra in contatto con i cani che difendono le greggi”, pubblicate dal Cai, sono raggiungibili cliccando qui