Giunge dalla città di Hermosillo, nel nord del Messico, l’ultima rilevante scoperta scientifica sulle proprietà del latte applicate in campo clinico e più in particolare alla patologia dell’ipertensione. Un gruppo di ricercatori del Centro de Investigación en Alimentación y Desarrollo (Ciad – Centro di Ricerca in Alimentazione e Sviluppo) sono riusciti a individuare in alcuni batteri del latte fermentato delle spiccate capacità di controllo dell’ipertensione, patologia che anche in quel Paese rappresenta una delle principali cause di mortalità nella popolazione adulta.
La ricerca, avviata anni orsono e ora portata a compimento, è stata effettuata su una colonia di ratti dopo che su questi era stata instaurata una condizione di ipertensione e si è basata sulla somministrazione – protratta per un mese – di latte fermentato con batterio lactococcus lactis. L’aspetto su cui gli studiosi dovranno ora concentrare ulteriori approfondimenti è quello relativo ai meccanismi che comportano tali benefici, essendo apparsi sinora del tutto simili a quelli dei medicinali più largamente utilizzati per questa patologia.
Incontrando la stampa scientifica, la dottoressa Belinda Vallejo Cordoba del Centro de Investigación en Alimentación y Desarrollo (Ciad) ha voluto precisare che «la ricerca ha permesso di studiare vari componenti del latte, giungendo a scoprire specificità non ancora note di alcuni particolari batteri del latte fermentato. Più in particolare», ha proseguito la studiosa, «si è potuto constatare il ruolo centrale dei peptidi – rilasciati nell’azione dei batteri lattici – in questa specifica capacità di controllare e ridurre la pressione arteriosa».
Fatte le dovute verifiche su soggetti umani, l’ente per cui il gruppo di studio opera brevetterà la ricerca per i mercati messicano e statunitense e procederà, in collaborazione con un gruppo industriale ai test di produzione che preludono alla messa in commercio del prodotto. L’ultimo scoglio da affrontare prima dell’immissione in commercio dovrebbe riguardare l’aromatizzazione di questo latte fermentato che, a quanto pare non ha, di per sé, al momento un gusto eccessivamente piacevole.
Al fianco della dottoressa Vallejo Cordoba hanno lavorato i dottori Humberto Astiazarán, Aaron F. Gonzalez, Maria de Jesus Torres Llanez e Jose Carlos Rodriguez. Riferimenti scientifici al lavoro sono disponibili (in lingua inglese) nelle due versioni “abstract” e “testo integrale”
9 giugno 2012