
Alla vigilia di un importante e qualificato appuntamento civico, in provincia di Bologna (giovedì 13 settembre a Bagnarola di Budrio), riceviamo – e volentieri pubblichiamo – l'interessante contributo di un nostro lettore:
La valle nei pressi di Budrio, venti chilometri a est di Bologna, popolarmente chiamata “Cassa Benni”, che fu il prezioso bacino idrico delle locali risaie, è un frammento del paesaggio di un'antica natura (che più grande si mostra all'oasi detta del Campotto di Argenta) il cui aspetto si presenta in modo affascinante. Piatte, ma belle nella loro estensione, così nella nebbia invernale che nella canicola estiva.
La bellezza di questa zona, tanto ben declamata nelle Villanelle del carducciano Severino Ferrari (nato all'Alberino di Molinella nel 1856) era giunta pressoché intonsa sino a noi nonostante il succedersi di non poche generazioni e il modificarsi delle moderne pratiche agricole. Basti pensare che una larga fascia dei vastissimi terreni che fino agli anni Sessanta costituivano le risaie Benni è ancor oggi (ma chissà per quanto ancora) zona di riposo e di sosta per le specie avicole migranti, oasi di protezione della flora e della fauna, di alto valore e di prestigio non solo a livello locale ma regionale e nazionale, unendo all’interesse naturalistico la suggestione di spettacoli di estrema bellezza: a fine maggio la valle, in cui ci si può muovere con piccole barche, presenta una visione eccezionale: la fioritura delle ninfee, che si estendono bianco-rosate sulle larghe foglie per uno spazio vastissimo.
Nel corso del 2011 le richieste di costruire ben quattro centrali per la "digestione anaerobica di biomasse agricole" da 0,999 Megawatt nei pressi di quest'area è stata solo la punta di un iceberg che ha visto coinvolto il territorio italiano con la richiesta di costruire, convulsamente ed acriticamente, centinaia di centrali da 0,999Mw ciascuna (in Italia a fine 2011 siamo ad oltre 550 centrali in totale), arrivando a chiedere, ad esempio, una "moratoria" in Emilia-Romagna per consentire una migliore pianificazione e realizzazione di queste centrali che avranno un impatto devastante sull'agricoltura e sulla zootecnia regionale minando, oltre all'ambiente ed al territorio, la produzione di tutti quei prodotti tipici ed unici, dall'ortofrutta ai formaggi passando per i vini ed i salumi, che fanno grande l'Italia nel mondo.
Ogni MegaWatt elettrico prodotto consuma circa 20-24mila tonnellate di trinciato di mais coltivati su 350 ettari di fertile terreno agricolo: tali centrali utilizzando quasi sempre una monocoltura decennale di coltivazioni appositamente dedicate ad elevato input energetico sottraggono risorse alla produzione agricola italiana (oggi importiamo circa il 50% di quanto mangiamo) impoveriscono il tessuto sociale ed imprenditoriale sul territorio.
Costruite in maniera slegata da qualsivoglia filiera di recupero e riutilizzo di biomasse agricole o reflui zootecnici, con l'unico scopo di perseguire il lauto incentivo derivante dalla combustione del biogas ottenuto sono inquinanti come qualunque impianto termico, finendo per essere solo un misero placebo per l'adempimento al protocollo di Kyoto poiché, in assenza di reti di teleriscaldamento e della trasformazione del biogas in biometano da utilizzarsi tal quale, sprecano ben metà dell'energia prodotta sotto forma di calore in rilasciato in atmosfera!
La politica ha costretto i cittadini a sobbarcarsi gli oneri di tali scempi con le proprie bollette elettriche (il cosiddetto CIP6) ed ora si mostra intenzionata a riprendere l'estrazione d'idrocarburi ma dall'altra parte gli amministratori locali, a volte coinvolti persino nella proprietà di tali centrali, non paiono ricordarsi del loro ruolo istituzionale di preservatori della salute pubblica, dell'ambiente, del benessere dei cittadini e del “bene comune” ed anzi sono innumerevoli i casi in tutta Italia persino di clamorosi dietro front forse dopo “ordini” del partito d'appartenenza.
Appuntamento a Bagnarola di Budrio, giovedì 13 settembre
Al fine di denunciare l'ennesimo scempio che si sta perpetrando sul territorio, giovedì 13 settembre prossimo alle 19:30 si terrà presso l'Accademia dei Notturni a Bagnarola di Budrio una conferenza dal titolo “Bio-Decadenza: il grande inganno del biogas” a cui si prevede una larga partecipazione dei locali comitati ambientalisti e della cittadinanza. All'incontro interverranno in qualità di relatori il professor Michele Corti, docente di Sistemi Zootecnici presso l'Università degli Studi di Milano, i professori Andrea Emiliani, Franco Farinelli, gli architetti Pier Luigi Cervellati, Anna Marina Foschi e il dottor Giovanni Lo Savio.
Marco Felicani
8 settembre 2012