Lav: le mani delle mafie sull’agroalimentare

2 gennaio 2009 – È stato presentato oggi dalla Lav (Lega Anti Vivisezione) il “Rapporto Zoomafia 2008 – Animali e Sicurezza”, in cui – accanto ai fenomeni dell’ippica clandestina, del traffico di fauna esotica protetta e della pesca di frodo – emerge sempre più rilevante la tragica realtà della cosiddetta “Cupola del bestiame”, operante nell’ambito zootecnico e agroalimentare ai danni non solo dei poveri animali sfruttati ma anche dei consumatori, dell’erario statale e dell’Unione Europea.

Lo studio, realizzato dal responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lav, Ciro Troiano, rivela che il giro d’affari del 2007 delle “agromafie” si è attestato attorno ai 400 milioni di Euro, su un totale di 3 miliardi delle attività criminose prese in considerazione.

Tra gli illeciti più gravi e diffusi, sono stati registrati il traffico di medicinali non consentiti, il furto di animali da allevamento, la falsificazione di documenti sanitari, e la commercializzazione di carni e derivati provenienti da animali malati, che è spesso causa di molte e importanti tossinfezioni.

Il fenomeno del commercio illegale di carni e derivati è talmente diffuso nel sud del Paese che in alcune regioni si parla di un vero e proprio mercato parallelo, operato con la complicità di venditori disonesti e veterinari collusi. Nel solo 2007 i veterinari denunciati per questo reato sono stati circa venti, undici dei quali arrestati nel corso di varie inchieste.

Parallelo ma contiguo al mercato clandestino di carne, il fenomeno dell’abigeato, il furto di animali da allevamento, che in due anni ha interessato circa 200mila capi.

Altro settore a cui la “Cupola” ha dedicato e dedica particolare interesse è quello delle sofisticazioni alimentari. Dalle mozzarelle ottenute con cagliate importate dall’estero alle fiorentine di falsa chianina, dai suini infetti alle pecore alla diossina, al latte contaminato, ai falsi prosciutti di Parma, agli animali trattati con anabolizzanti e antibiotici, il repertorio si è rivelato assai ricco, coinvolgendo anche allevatori e veterinari per aver somministrato ad animali medicinali illegali, per aver avviato al commercio sostanze alimentari nocive, adulterate e contraffatte, ma anche per falso ideologico, truffa aggravata e abuso d’ufficio.

Macellai compiacenti, poi, macellavano animali ammalati di brucellosi – in particolare ovini e caprini – falsificando i documenti di rintracciabilità del bestiame; un genere di attività in cui si erano specializzati i componenti della cosca Iamonte, di Melito Porto Salvo.

Sempre in Calabria, ma a Reggio, gli investigatori hanno sequestrato salumerie, macellerie e attività all’ingrosso di prodotti lattiero-caseari di proprietà del clan dei Labate. Quello che vi veniva spacciato pare non avesse nulla a che fare con alcunché di lecito.

“Ma in particolare”, denuncia il rapporto della Lav, il segmento che attrae di più la malavita organizzata riguarda “il ciclo di produzione della mozzarella di bufala, sul quale si impernia un sistema economico di rilevante valore”.

“Si tratta”, prosegue la nota del movimento animalista, “di un fenomeno che vede l’interesse di clan camorristici, tra i quali il più tristemente noto clan dei Casalesi, che tenta il controllo di tutta la filiera, dall’approvvigionamento dei foraggi alla produzione del latte, dall’attività casearia alla distribuzione ed esportazione del prodotto finito, all’imposizione di vendita per punti vendita e ristoranti”.

Secondo l’autore del rapporto, Ciro Troiano, «gli scenari e i traffici criminali a danno degli animali si sono trasformati negli anni, ma resta alta la pericolosità sociale del fenomeno zoomafioso».

«Del resto», ha proseguito il responsabile della Lav, «la criminalità organizzata è un fenomeno totalitario… che punta a monopolizzare ogni condotta umana attraverso il controllo del territorio, dei traffici legati all’ambiente e agli animali, arrivando persino a imporre i gusti e le scelte ai cittadini, mettendo la loro salute in pericolo con alimenti adulterati e dannosi».

Ci auguriamo, ha concluso Troiano, che si possa giungere all’«intensificazione delle attività investigative di tutti gli organi di polizia».