Il balzo in avanti delle quotazioni delle materie prime zootecniche sembra non volersi arrestare. L’allarme è generale e mai come oggi grave e circostanziato: ne parlano gli allevatori, ne parlano i responsabili delle associazioni di categoria, e persino il ministro Catania. Ma anche e soprattutto i ricercatori delle università storicamente più vicine al mondo degli allevatori padani (Piacenza, Cremona), i quali lanciano un vero e proprio s.o.s. e spiegano i motivi alla base della grave contingenza: “il caldo torrido e la siccità hanno portato un dimezzamento delle produzioni, al quale si è aggiunto un forte “rischio aflatossine”.
Il rischio di contaminazione del latte è alto, tanto da essere al centro di un recente convegno, presso il consorzio agrario di Piacenza. La Assalzoo (Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici) nel frattempo denuncia uno scenario preoccupante che incomberebbe sul mondo del latte nei prossimi mesi, con costi della materia prima che puntano al raddoppio, come se non fossero bastati gli aumenti dell’ultimo biennio (il mais, da una media di 145€/ton ha raggiunto oggi i 280€/ton)
Persino la farina di soia, la proteina più a buon mercato che c’è (quasi del tutto ogm, oramai) è “esplosa”, passando dai 340€/ton agli attuali 560€/ton (+65%), e anche il grano tenero e l’orzo non sono da meno (passati da circa 145€/ton rispettivamente a 275 e a 260€/ton, vale a dire con un +90% per il grano tenero e +80% per l’orzo). E purtroppo le previsioni di medio-lungo periodo non inducono all’ottimismo.
Una situazione che appare ideale per fare pressione affinché i mais ogm vengano “sdoganati”. «Il ministro Catania», ha dichiarato il presidente di Assalzoo Alberto Allodi, «ha dimostrato grande attenzione al problema, e ora per fornire un supporto più concreto, gli abbiamo inviato una nuova lettera richiedendo la sospensione dei dazi all’importazione per tutti i cereali e le crusche, nonché l’accelerazione delle procedure di autorizzazione per una varietà di mais ogm che oggi non può essere importata nella Comunità e che di fatto ostacola una delle possibili fonti di approvvigionamento di mais e derivati».
Come se tutto questo non bastasse, anche la siccità pesa sui conti della zootecnia; sempre secondo Assalzoo «quella registrata quest’anno produrrà effetti pesanti sul raccolto, in particolare per mais e soia. A livello nazionale è probabile una contrazione della produzione anche superiore al 30%. Riduzione a cui, considerato l’andamento climatico, si potrebbero aggiungere problemi sanitari, quali la presenza di micotossine a livelli superiori rispetto a quelli stabiliti in ambito comunitario e, con una conseguente preoccupante diminuzione della disponibilità totale».
13 ottobre 2012