Guai grossi dal mondo della zootecnia intensiva. Un ceppo – potenzialmente mortale per l'uomo, nel caso in cui infetti le ferite – di infezione Mrsa St398 è stato identificato in sette campioni di latte di massa di cinque differenti allevamenti del Regno Unito, a seguito di uno screening mirato compiuto da un team di scienziati del Dipartimento di Medicina Veterinaria presso l'Università di Cambridge su millecinquecento campioni di latte di massa. Le aziende agricole coinvolte si trovano in Inghilterra, Scozia e Galles.
La Mrsa (acronimo in lingua inglese di "Stafilococco Aureo Metillicino-Resistente") è un tipo di infezione batterica in grado di resistere a buona parte degli antibiotici ampiamente utilizzati; ciò significa che può essere più difficile da trattare rispetto alle altre infezioni batteriche, ed è qui la gravità che la notizia porta con sé, purtroppo: un comune tipo di batterio divenuto fortemente resistente proprio a seguito dell'uso indiscriminato di antibiotici praticato negli allevamenti intensivi. Spesso il contagio si evidenzia sulla pelle, dentro le narici e nella gola dei malcapitati, manifestandosi inizialmente con lievi infezioni della pelle, come le bolle e l'impetigine.
A seguito del grave allarme, la britannica "Soil Association2, che si batte per l'agricoltura biologica, ha richiesto un'indagine governativa per stabilire la diffusione dell'Mrsa e che venga finalmente dato un giro di vite sull'uso indiscriminato degli antibiotici negli allevamenti industriali del Paese.
Come indicato dalle autorità sanitarie, non esiste alcun rischio di infezione Mrsa per chi consumi latte o latticini, in specie se pastorizzati. Il rischio più concreto esiste per i braccianti, i veterinari e i lavoratori dei macelli e mattatoi, che possono essere infettati attraverso il contatto con il bestiame, e trasmettere poi inconsapevolmente il pericoloso batterio ad altre persone.
Mark Holmes, del Dipartimento britannico di Medicina Veterinaria, che ha condotto un recente studio pubblicato da Eurosurveillance, ha dichiarato: «Si tratta di certo di un peggioramento della situazione: nel 2011 (e noi già ne riferimmo allora), quando trovammo l'Mrsa in animali da reddito, al Defra (Dipartimento Ambiente, Alimentazione e Affari Rurali) rimasero assai perplessi. Dissero che l'Mrsa non era presente nel settore lattiero-caseario del Paese. Ora abbiamo la certezza che l'Mrsa è negli animali. Quel che sorprende è che nel Regno Unito si è "trasferito" tra le vacche da latte, mentre in altri Paesi del continente è principalmente nei suini. Un'altra domanda da farsi è sul fatto che potrebbe essere nei suini e nel pollame del Paese. Ma ancora questo non lo sappiamo».
Holmes ha aggiunto infine che «la questione principale su cui lavorare è la presenza dell'Mrsa tra gli animali da reddito. Se essa è legata all'agricoltura intensiva come si pensa, e all'abuso di antibiotici, la situazione è davvero pesante». E «se questa è la conseguenza di una politica del prezzo imposto che è sempre più bassa, allora si giunga ad offrire un prezzo equo agli allevatori per il loro latte, così da consentire loro di liberarsi dell'uso eccessivo di antibiotici; ma per tutto questo serve una nuova regolamentazione».
Per approfondire (siti in lingua inglese):
http://www.keepantibioticsworking.com/ (formato pdf)
12 gennaio 2013