Nasceranno dal siero del latte i super-probiotici del futuro

La dottoressa Gabriela Ramos Clamont Montfort, responsabile della ricerca - foto Centro de Investigación en Alimentación y Desarrollo® di HermosilloGli esperti del Centro de Investigación en Alimentación y Desarrollo (Centro di Ricerca per gli Alimenti e lo sviluppo) della cittadina di Hermosillo, nel nordovest del Messico, stanno lavorando ad un nuovo metodo d'impiego delle proteine del siero derivante dalla lavorazione casearia in quello che hanno definito "incapsulamento" dei probiotici per il consumo umano.

«L'obiettivo della ricerca», ha sottolineato la dottoressa Gabriela Ramos Clamont Montfort, responsabile della ricerca, «è quello di consentire a questi microrganismi di raggiungere vivi l'intestino», concorrendo nel migliore dei modi alla digestione. Il valore aggiunto dello studio è quello di poter utilizzare un prodotto classificato come inquinante, traendo quindi un duplice effetto: produrre elementi utili per la salute umana e togliere dal mercato un inquinante ambientale. Il progetto consiste quindi nel fare in modo che le proteine estratte dal siero si "autoaggreghino" attorno al microrganismo in funzione della sua carica elettrica, formando differenti strati (incapsulamento).

Nel Laboratorio di biochimica, proteine e glicani del Centro le proteine vengono dapprima purificate per mezzo della cromatografia di scambio ionico (IEC) e poi liofilizzate (congelate e sublimate). Attraverso questo processo, è possibile separare la lattoferrina dalla lattoalbumina. Lo studio punta a far sì che i probiotici vivi (che in frigorifero avranno una shelf life di quattro mesi) possano avere vari strati protettivi costituiti dalle stesse proteine del siero; questo consentirà ai probiotici di sopportare l'esposizione a condizioni ambientali avverse, come quelle del tratto digerente degli esseri umani, ovvero venendo a contatto con alimenti caratterizzati da differenti pH.

La ricercatrice è apparsa particolarmente fiera del fatto che la metodologia produttiva adottata risulta più economica e veloce di altre tecniche di incapsulamento ottenibili attraverso le nanotecnologie.

 

Lo studio, che è in attesa di ulteriori finanziamenti per essere ultimato, verrà sviluppato in collaborazione con l'Ensenada Center for Scientific Research and Higher Education, in Bassa California e con il Laboratorio National de Nanotecnologia di San José, in Costa Rica.

 

19 gennaio 2013