“Il lavoro minorile nel settore zootecnico è molto diffuso, e in gran parte ignorato”. È questo il succo del nuovo studio globale “Children work in the livestock sector: herding and beyond”, che la Fao ha di recente pubblicato su un fenomeno forse antico come il mondo, e che resiste in larga parte del pianeta. Il fenomeno sarebbe legato ad un problema di più ampia portata, che riguarderebbe l’intero settore primario, di cui l’allevamento di animali da reddito rappresenta il 40% del totale. In sostanza, spiega il rapporto, “per ridurre il lavoro minorile occorrerà aiutare i governi, le organizzazioni contadine e le famiglie rurali a trovare alternative a pratiche che spesso rispondono solo alla necessità di sopravvivere”.
Lo studio della Fao, che in ottobre alimenterà in larga misura i lavori della “3a Conferenza globale sul lavoro minorile” (in programma in Brasile nel mese di ottobre), sostiene che le attività più pericolose e potenzialmente dannose per i minori persistono nel settore zootecnico, avendo ricevuto sinora minore attenzione rispetto al lavoro minorile svolto in altri ambiti agricoli, in cui è stato fatto molto di più da parte delle organizzazioni internazionali, dei governi, della società civile e delle famiglie rurali per affrontare il problema.
«Ridurre il lavoro minorile in agricoltura», ha spiegato il vicedirettore generale dell’organizzazione Jomo Sundaram, «non è soltanto una questione di diritti civili, ma è parte dell’impegno per uno sviluppo rurale e una sicurezza alimentare realmente sostenibili». «Il lavoro minorile mina alla base le opportunità di un’occupazione dignitosa per i ragazzi, ha detto Sundaram, specialmente quando interferisce con l’obbligo scolastico».
«L’importanza crescente dell’allevamento di bestiame nel mondo agricolo», ha aggiunto Sundaram, «ci fa capire che per ridurre il lavoro minorile occorrerà porre maggiore attenzione ai fattori che portano in quel settore l’impiego di giovani e giovanissimi, soprattutto nelle pratiche di lavoro nocive o pericolose».
L’allevamento da reddito rappresenta una fonte di sussistenza e di sicurezza alimentare, per il 70% degli 880milioni di poveri presenti nelle aree rurali, che vivono con meno di un dollaro al giorno. In quest’ambito, molte delle situazioni annoverate dalle norme internazionali come lavoro minorile hanno luogo all’interno di piccole coltivazioni e dell’agricoltura non regolamentata.
“Per secoli”, si legge nel rapporto, “le comunità dedite alla pastorizia hanno coinvolto i propri figli nell’allevamento del bestiame. Il futuro e la sopravvivenza della famiglia ha fatto affidamento sul trasferimento di conoscenze locali complesse trasmesse da padre a figlio”. E poi: “le comunità dei pastori riconoscono oggi l’importanza della scolarizzazione dei propri figli e sono più propensi a mandarli a scuola, se l’insegnamento è di buon livello ed è pertinente con il modo di vivere pastorale, specialmente se la scuola può essere complementare con il lavoro dei ragazzi nella pastorizia”.
Lo studio suggerisce ai Paesi e alle agenzie per lo sviluppo di affrontare il problema del lavoro minorile nel settore zootecnico con una serie di interventi:
• Maggiore ricerca sui fattori che portano all’impiego di manodopera minorile e sui modi per ridurla
• Norme e misure politiche a livello nazionale per migliorare le condizioni di vita delle famiglie e l’accesso all’istruzione
• Il coinvolgimento delle organizzazioni di produttori, datori di lavoro e lavoratori
• Dialogo diretto con le famiglie rurali vulnerabili e offrire loro assistenza
• Assicurarsi che le compagnie coinvolte nell’industria zootecnica non utilizzino manodopera minorile lungo l’intera catena produttiva
• Programmi di sviluppo che puntino a incrementare la scolarizzazione nelle zone rurali e monitorare il lavoro minorile
• Strategie per la diminuzione della povertà come programmi di sensibilizzazione sul lavoro minorile e forme di ammortizzatori sociali e altri incentivi per eliminare lo sfruttamento della manodopera minorile.
2 marzo 2013
Lo studio “Children work in the livestock sector: herding and beyond” può essere scaricato da qui (pdf, 2Mb)