Dopo la “mucca pazza”, mamma di tutti gli scandali alimentari europei, il clamore dell’influenza aviaria, i maiali alla diossina, le mozzarelle blu, quelle di bufala alla diossina e le contaminazioni da listeria, buon ultimo, ma non per questo meno importante, ecco che in questi giorni s’è fatto un gran parlare di carne di cavallo, usata di frodo dall’industria al posto di quella bovina in ripieni e farciture d’ogni tipo.
Gli scandali, le truffe e gli allarmi alimentari si susseguono, accrescendo dubbi e paure tra i consumatori, e facendo fluttuare i consumi. È su queste tematiche che esce in questi giorni il libro “Per non scoprirlo mangiando”, dedicato al tema della sicurezza degli alimenti da Maria Caramelli, che oltre ad esserne l’autrice ricopre il ruolo di direttore generale all’Istituto Zooprofilattico di Torino. Lei che nel lontano 1991 fu uno dei primi veterinari pubblici italiani ad occuparsi di Bse (Bovine Spongiform Encephalopathy).
Il volume, edito da Instar Libri, raccoglie in un centinaio di pagine i principali filoni delle varie problematiche che giungono sulle nostre tavole con il cibo, partendo proprio dalla “mucca pazza” e finendo con una serie di consigli e raccomandazioni utili per limitare i rischi. «Tenendo ben presente», dice la Caramelli, «che mangiare è comunque un’attività a rischio». In effetti, secondo un sondaggio della Commissione Europea, gli italiani sono, assieme ai portoghesi, i più preoccupati.
«Contrariamente a quanto spesso si dice», sottolinea l’autrice del volume, «molti degli episodi a cui ci riferiamo non sono frutto dell’allarmismo mediatico. I dati epidemiologici internazionali indicano in modo chiaro che le malattie trasmesse dagli alimenti stanno crescendo in modo esponenziale». Ma non solo: la direttrice dell’Istituto Zooprofilattico di Torino ricorda che «nei Paesi industrializzati, ogni anno una persona su quattro contrae malattie associate agli alimenti; a questo proposito, l’Istituto Superiore di Sanità ci racconta di oltre 30mila tossinfezioni alimentari all’anno nel nostro Paese, ma è verosimile che si tratti solo della punta dell’iceberg».
Nella sicurezza alimentare l’informazione gioca un ruolo chiave, ma è altrettanto importante, si fa notare nel libro, l’operato, “in Italia particolarmente rigoroso” delle istituzioni preposte al controllo degli alimenti, che conducono ogni giorno una dura battaglia per garantire la nostra sicurezza”. Ammesso che questo attenga alla realtà delle cose, a noi personalmente ci piacerebbe di più se i media ce ne dessero tempestivamente conto (e a volte appaiono come imbavagliati).
2 marzo 2013