Il proselitismo vegano fa danni all’infanzia: allarme dalla Francia

Il latte della mamma, è cosa risaputa, non ha pari nell'alimentazione nel primo anno d'età. Molto si discute da qualche tempo sul valore e la salubrità dei latti in polvere per l'infanzia, che mai potrebbero essere equiparati a quello umano, rappresentando secondo fonti più che accreditate un'insidia al buon accrescimento del bambino. Ma la vera e propria emergenza si annida oggi in un fenomeno strisciante, figlio del proselitismo vegano che in larga parte della popolazione dei Paesi occidentali ha sdoganato imprudentemente i latti vegetali come equivalenti (ovvero migliori) al latte vaccino.

Per quanto discutibile sia l'introduzione di tali succedanei nella dieta dell'adulto, risulta di gravità assoluta che li si imponga ai lattanti. Tale pratica, più diffusa di quanto si possa credere, sta provocando un vero e proprio fenomeno di malnutrizione in ambiti sociali in cui non ci si sarebbe mai immaginato potesse accadere qualcosa del genere. E così, l'ideologia vegana annichilisce la ragionevolezza a tal punto da portare la francese Anses (Agence Nationale de Sécurité de l'alimentation) a lanciare un vero e proprio appello, dopo che una serie di casi (tredici gravi, caratterizzati da arresto della crescita, anemia grave, carenze di calcio, vitamina D e di sodio) si sono verificati a seguito dell'uso di questi prodotti.

 

"Queste bevande vegetali (derivate da soia, mandorle, riso, etc), presentate come alternative al latte animale (vaccino, caprino, ovino, etc.), scrive in una nota ufficiale l'Anses, "non sono stati progettati per i bambini sotto un anno di età, non potendo soddisfare appieno le esigenze nutrizionali dei lattanti". L'allerta sanitario è stato effettuato "a seguito delle segnalazioni dei casi più gravi, in bambini molto piccoli parzialmente o totalmente alimentati con bevande diverse dal latte materno e dai suoi sostituti".

 

"Vista l'alta sensibilità dei bambini per ogni tipo di carenza, anche temporanea", l'Anses raccomanda ai genitori di "non utilizzare questi prodotti neanche in modo occasionale nei bambini al di sotto di un anno di età". "Tali pratiche alimentari", continua la nota dell'agenzia, "possono portare in appena un paio di settimane ad uno stato di malnutrizione e a disturbi metabolici in grado di causare gravi complicanze infettive e persino alla morte del bambino".  

 

La comunicazione rammenta infine che "il latte materno è l'alimento di riferimento e che al di fuori dell'allattamento al seno, possono essere utilizzati alimenti per lattanti e alimenti di proseguimento a base di proteine animali". Inoltre, e per via che i deficit di vitamine e minerali nella stessa mamma possono influenzare il bambino allattato al seno, si raccomanda che in vista della gravidanza e sino alla fine dell'allattamento le donne vegane assumano le necessarie integrazioni di vitamina B12.

 

Per dare un'idea della composizione di queste bevande, l'Anses ha analizzato 211 alimenti liquidi di origine vegetali (molti non possono essere denominati "latte", e per noi nessuno dovrebbe esserlo, ndr) in commercio, giungendo ai seguenti risultati: nel 73% di essi l'apporto energetico è al di sotto del limite stabilito dalla normativa in materia di alimentazione infantile; l'83% è poco proteico e il 69% ha una quantità insufficiente di sodio. Sorprendente e grave che alcuni di questi prodotti siano indicati dagli stessi fabbricanti in etichetta come idonei all'alimentazione infantile (uno di essi riporta la dicitura "consigliato per una crescita armoniosa").

 

Ora si spera che questa informazione superi i confini francesi per giungere anche in altri Paesi in tempi celeri.

 

16 marzo 2013

 

Per approfondire: Il caso di due genitori vegan e del loro bambino morto per malnutrizione negli Usa (nel 2011; leggi qui)