Lav attacca Avantea: «violenze sugli animali per puro business»

11 febbraio 2009 – Il laboratorio di tecnologie della riproduzione di Cesare Galli – quello in cui nel 1999 nacque Galileo, il primo toro clonato – ha ripreso la sua attività dal 1° gennaio 2009 scorso, grazie anche alla mediazione del presidente della Provincia di Cremona, Giuseppe Torchio, che ha assicurato al laboratorio una contribuzione straordinaria di 200mila euro.

Critica la Lav (Lega antivivisezione) che ricorda come il Consorzio per l’Incremento Zootecnico (Ciz Research and Genetics) aveva tagliato i fondi al professor Galli per mancanza di interesse verso quest’area della ricerca biotecnologica. «Il suo responsabile, Cesare Galli», dicono alla Lega antivivisezione, «nonostante l’evidente mancanza di interesse, l’impossibilità di avanzamenti nella ricerca e il conseguente non-finanziamento del consorzio, ha deciso di ricostituire una società che continui a operare violenze e abusi su esseri senzienti utilizzati come bacini di organi e tessuti».

Perché tanta ostinazione da parte di Galli? Perché costituire la società Avantea srl con sua moglie Giovanna Lazzari per subentrare al Consorzio per l’incremento zootecnico? Per fini scientifici e per fame di conoscenza? A sentire l’associazione animalista, parrebbe proprio di no, visto che «Il professor Galli insiste da anni con una ricerca obsoleta e inconcludente», sostiene Michela Kuan, biologa, responsabile Lav Vivisezione, «e non per ragioni etiche o progressiste, ma biecamente economiche. I ricavi previsti da queste ricerche, infatti ammonterebbero a ottocentomila euro”.

Un grosso affare, quindi, incentrato su di un laboratorio in cui si modificano e creano organismi, si opera  su embrioni e si sperimentano “nuove razze” toccando temi scottanti al confine tra etica e progresso scientifico. «Ancora una volta», ha concluso la Kuan, «si è persa l’occasione per innalzare la ricerca italiana verso una scienza etica che tuteli uomo e animali a scapito di interessi economici che mantengono il nostro Paese in un sistema di lacune scientifiche e “fughe di cervelli” all’estero».