Coincidenze sospette nella guerra inglese ai grassi saturi

 Quasi nessuno parla di grassi insaturi in rete, in questi giorni, nel contesto dei numerosi articoli dedicati ai temuti grassi alimentari. I grassi saturi, da decenni ritenuti dannosi per l'universo scientifico mondiale, godono oggi il sogno effimero di un clamoroso tentativo di sdoganamento da parte di un tal dottor Aseem Malhotra, cardiologo presso il Croydon University Hospital di Londra.

Per fortuna c'è chi, soprattutto nel mondo anglosassone, si batte, con iniziative e messaggi semplici e funzionali, a contrastare l'abuso di grassi saturiIl dottor Malhotra diventerà così famoso ora, e per qualche settimana, per essere l'autore di un articolo apparso martedì scorso sul sito web del British Medicine Journal; un articolo (in lingua inglese; clicca qui) caratterizzato da un titolo quantomeno ambiguo, che in italiano suona così: "I grassi saturi non sono il principale problema". Attratti da tale premessa, se ci si lancia nella lettura del pezzo si scopre che già dalle prime righe l'autore ci tiene a portare il lettore a pensare al mondo dei fast food, che tanto e disinvolto uso fa dei grassi saturi. Che però – udite udite – non farebbero più male alla salute.

Il fenomeno dei fautori dei grassi saturi va guardato con una certa apprensione oltre che con un sano sospetto. Di certo il loro attivismo porta benefici alle industrie del junk food

Secondo Malhotra la cattiva reputazione dei grassi saturi e in particolare del burro, dura ingiustamente da oltre quarant'anni, vale a dire da quando il mondo scientifico dei Paesi industrializzati ha messo in relazione colesterolo, grassi saturi e malattie cardiovascolari. Una vera e propria demonizzazione che avrebbe portato ad un atteggiamento di responsabile fuga dal loro consumo, con effetti – quelli sì – ancor peggiori, "perché ", questi i termini della contestazione dell'autore, "una dieta eccessivamente povera di grassi saturi induce in altri problemi, paradossalmente ben più gravi, minimizzando la spesa del metabolismo e facendo aumentare la resistenza all’insulina, che può condurre al diabete".

 

Ancora un esempio di come i fautori dei grassi saturi veicolano la "loro informazione" sul web, facendo - volenti o nolenti - il gioco delle industrie del junk foodSecondo l'autore dell'articolo l'eccessiva preoccupazione per il colesterolo ha indotto una serie di altri errori, innescando problemi assai più gravi, dall'abuso delle statine (un colossale business per l’industria del farmaco) alla maggior presenza in molti alimenti di ingredienti quelli sì dannosi, dai grassi idrogenati, al sale, agli zuccheri, con cui l'industria cerca di rendere più appetitosi quei cibi che, dopo la riduzione dei grassi saturi, hanno perduto la loro piacevolezza per il palato.

 

In particolare gli zuccheri sarebbero alla base della cosiddetta "sindrome metabolica" con cui due terzi degli infartuati raggiunge gli ospedali. Un quadro clinico prima inesistente, che sarebbe nato e cresciuto all'ombra della demonizzazione dei grassi "cattivi". Interessanti ipotesi, anche se quel che ci convince meno, nella narrazione di Malhotra è il tentativo di presentare i grassi  tutti come protettivi del cuore (lo sono sì, ma quelli insaturi, presenti ad esempio negli oli di semi e di oliva, nella frutta secca, nel  pesce e nei prodotti da animali al pascolo).

 

In definitiva, un articolo scientifico che non si basa su alcuna ricerca scientifica, recente o passata, ma che espone unicamente alcune riflessioni personali – oltre che professionali – dell'autore, proponendo una lettura alternativa di un quadro generale su cui in effetti oggi come oggi ci si muove forse su eccessivi stereotipi e qualche colpevole superficialità. Utile senz'altro però nel mostrare come molte delle azioni di contrasto operate sinora abbiano indotto la popolazione dei Paesi industrializzati in altri problemi, più o meno gravi di quello di partenza.

 

Una perplessità però ce la offre la tempistica di questo articolo, che esce – lo scopriamo grazie al quotidiano web IlPost – proprio mentre il Governo britannico annuncia una nuova e forte campagna contro i grassi, nella determinazione di togliere (leggi qui) dalla dieta dei propri sudditi "migliaia di tonnellate di grassi saturi". A volte, è proprio vero, conviene leggere qualche notizia in più per capire quali dinamiche esistano nella comunicazione dei giorni nostri. A noi piacerebbe molto di più una stampa al servizio del proprio pubblico piuttosto che disposta a spostare equilibri verso gli interessi, oggi di tizio, domani di caio.

 

28 ottobre 2013