Un morto e diciannove intossicati per due casi di contaminazione alimentare accaduti nel Lazio, giorni fa; ma la notizia pare dia fastidio a più di uno, tanto per cambiare. Come quasi sempre accade nel nostro Paese, si dice il peccato ma non il peccatore (si difendono le industrie, non i consumatori), e come se questo non bastasse c'è persino chi (Roberto La Pira sul sito web Il Fatto Alimentare: leggi qui) si scaglia contro i giornali che ne parlano, arrivando a "timbrare" la notizia col marchio della "bufala".
Ma andiamo con ordine. La stampa locale reatina e viterbese ne hanno parlato con qualche giusta preoccupazione, nei giorni scorsi. Il caso meno clamoroso, quello in cui non c'è scappato il morto, è accaduto mercoledì a Tuscania e ha avuto come inconsapevoli protagonisti sedici giovani studenti in visita ad un caseificio locale. Quella che poteva sembrare una visita guidata come tante, dal ciclo di produzione al confezionamento e assaggino finale, si è tramutata in una allarmatissima corsa verso l'ospedale, da cui per fortuna sono stati dimessi tutti, tranne due, trattenuti in osservazione a titolo precauzionale.
Nell'altro caso, in provincia di Rieti, la zoonosi è invece certa: un 74enne è deceduto e altre tre persone sono rimaste intossicate da listeria monocytogenes, ed è verosimile che il vettore dell'infezione sia stato un derivato del latte, a quanto pare una ricotta.
Mentre i congiunti dell'anziano hanno presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Rieti, i Nas han fatto scattare i primi accertamenti, a cui seguiranno nei prossimi giorni altre e approfondite indagini, anche perché meno di un anno fa una vicenda analoga era occorsa in quella stessa provincia (per fortuna senza morti), ispezioni erano state effettuate, provvedimenti erano stati presi affinché episodi del genere non avessero a ripetersi.
28 ottobre 2013