La novità di questi giorni in casa Parmalat è una linea di confezionamento che permetterà all'azienda di imbottigliare in casa il latte uht in bottiglie di plastica che verranno prodotte nella stessa sede di Collecchio, grazie agli estrusori di cui l'azienda si è dotata. Nel frattempo, e proprio per una filosofia aziendale che punta a ridurre il peso delle forniture esterne, la Parmalat si attrezzerà con una propria centrale a turbogas (potenza termica da combustibile: 32,7 MW; potenza elettrica 6,301 MW) per la produzione di energia elettrica, con allaccio alla locale rete del metano e, soprattutto, staccandosi del tutto dalla fornitura elettrica.
Lo stabilimento di Collecchio, già classificato “industria insalubre” di 1a classe (come riferito – clicca qui – dalla testata web Parma Quotidiano) per la presenza di ammoniaca nelle lavorazioni, riuscirà ad appesantire il proprio impatto ambientale con le emissioni (in primo luogo quelle di monossido di carbonio; leggi qui una selezione di recenti fonti sul tema) che il nuovo impianto è destinato a produrre, in una regione in cui già altre centrali a biogas (a Imola e Reggio Emilia, per citarne due) stanno da tempo destando la preoccupazione di vari comitati civici.
L’avviamento della centrale elettrica – che consumerà duemilacinquecento litri di acqua della falda di Collecchio ogni ora, 24 ore su 24 – è previsto per il marzo del 2015. Da qui ad allora si tornerà a parlare ancora di Parmalat a cominciare dai primi di novembre, quando il Tribunale della città emiliana tornerà a pronunciarsi sull'ipotesi di controllo giudiziario richiesta da azionisti di minoranza nei confronti del consiglio di amministrazione di Parmalat per le vicende relative all'acquisizione di Lactalis American Group.
28 ottobre 2013