I bovini hanno le corna ma a volte anche no. È questa l'impressione che pare avere molta gente "di città" di fronte ad animali che abbiano subìto o meno la decornazione. Dopotutto, se i loro figli pensano che il latte della colazione nasce nelle buste, o nel banco del supermercato, un motivo ci sarà. Scherzi a parte, l'amputazione delle corna nei bovini (e a volte anche nelle altre specie da latte) trova vari approcci tra gli operatori del settore, con infinite sfumature di pensiero tra chi la pratica con nonchalance e chi la osteggia fortemente. Anche perché ad oggi un parere chiaro e delle indicazioni certe non emergono su altre, e la legislazione la prevede, ufficialmente per tutelare gli animali allevati nelle condizioni più estreme (segregati e sottoposti a stress) che in determinati e non rari casi possono provocare e subire traumi gli uni agli altri.
A mettere un po' di chiarezza giunge finalmente un recente studio della Ubc (University of British Columbia) di Vancouver, in Canada, i cui scienziati hanno utilizzato i test cognitivi per valutare la risposta emotiva al dolore degli animali dopo la decornazione, riscontrando segni di pessimismo e di ansietà nei capi sottoposti a questa pratica. «Lo studio da noi condotto», ha commentato la ricercatrice Heater Neave, che ha condotto la ricerca, «dimostra che gli esseri umani non sono gli unici animali ad avere una risposta sensoriale».
"La procedura con cui si asportano le corna", spiegano i ricercatori dell'Ubc Dairy Centre, "sfrutta un impasto chimico oppure un ferro caldo e si pratica per ridurre i danni che le corna potrebbero procurare agli altri animali o all'allevatore: precedenti studi hanno mostrato che questa produceva una risposta comportamentale e fisiologica, ma poco si sapeva circa la risposta emotiva".
Attraverso un apposito test (qui, in lingua inglese) su un comportamento a cui i vitelli erano stati allenati, gli scienziati hanno scoperto che questi animali, sottoposti a questa procedura presentano una risposta pessimistica, che rilevava emozioni negative. Secondo gli scienziati canadesi, quindi, gli allevatori dovrebbero somministrare agli animali un sedativo anestetico prima della decornazione, e degli antidolorifici dopo.
In Svizzera, finalmente, c'è chi dice no
Di parere ben diverso sono alcuni allevatori svizzeri "illuminati", che dopo tre anni di divulgazione in materia, tesa a limitare questa diffusissima pratica (il 90% dei capi della Federazione elvetica sono decornati), hanno deciso di passare alle vie di fatto, lanciando una petizione online che sta ottenendo un'interessante risposta. Ritenendo che la proposta di vietare la decornazione potesse portare nessun concreto risultato, i promotori dell'iniziativa hanno puntato a richiedere un premio per gli allevatori che rinunceranno a questo trattamento. Risultato: diciottomila firme sono state raccolte e l'iniziativa popolare è stata così presentata alla Cancelleria Federale di Berna (leggi qui), con la richiesta di ricompensare ogni allevatore "illuminato" con un franco al giorno (296€/anno), necessario per coprire le maggiori spese necessarie per elevare altrimenti la sicurezza negli allevamenti.
9 dicembre 2013