Follie produttive: arriva il tecno-collare, per controllare ogni funzione della vacca da latte

altLa zootecnia intensiva procede nella sua folle corsa senza guardarsi alle spalle, senza considerare i danni ambientali e sociali inanellati in sessant’anni di errori compiuti per perseguire l’iperproduttività come unico traguardo. Un sistema malato, che ha portato all’ambiente danni senza pari (per le monocolture intensive, l’eccessivo uso di acqua per irrigazione, i fitofarmaci e i nitrati in falda) e al mercato un latte e dei derivati valutati solo in base al tenore di grassi e proteine, alla carica batterica e alle cellule somatiche, trascurando i nutrienti nobili, ché senza pascolo non li si può ottenere.

Uno dei tanti errori compiuti è stato quello di togliere i tori dalle stalle, per razionalizzare i parti, per programmare, perché tutto fosse sotto controllo. Ma la natura, si sa, è più forte della barbarie, e presenta sempre il conto, prima o poi. E così da oltre vent’anni i grandi esperti del settore si arrovellano per “risolvere” i problemi innescati dalle scellerate scelte, da loro stessi compiute, a partire dall’ipofertilità per finire ai calori silenti. Tanto per citarne due.

Via il toro dalle stalle, dicevamo, e giù inseminazioni artificiali, così che, senza scomodare i “tori miglioratori” (che se ne rimangono nelle tecnostalle di Stati Uniti e Olanda), si compra il seme magari oltreoceano e il gioco è fatto. O forse no, perché magari la vacca sembra in calore e non lo è, oppure lo è, senza evidenza alcuna della cosa.

 

E così, per correre ai ripari di questa assurda situazione, ecco spuntare un’azienda scozzese – la “Silent Herdsman” che, ottenuti 3milioni di sterline (3.629.000 di euro) da Scottish Equity Partners, Albion Ventures, e Scottish Investment Bank, ha sviluppato una raffinata tecnologia per tenere sotto controllo ogni istante di ogni vacca: un collare tecnologico per ciascun capo, in grado di controllare il calore dell’animale, il momento giusto per mungere qualche stilla di latte in più, per sapere quando e quanto cibo è stato ingurgitato, quanto sonno è stato dormito, e quale sia stata ogni altra funzione di vitale importanza.

 

Comportamenti e fisiologia da monitorare, memorizzare e valutare attraverso il pc, il tablet e lo smartphone, ovviamente, e una App dedicata. Con parametri su cui intervenire, per “rafforzare la produttività”, assicura il produttore, ma anche per “migliorare le prestazioni operative e aumentare il profitto negli allevamenti di vacche da latte”.

 

«Ci sono attualmente oltre un miliardo di bovini in tutto il mondo, e più di 34 milioni di vacche da latte nei soli mercati dell’Unione Europea e degli Stati Uniti», hanno dichiarato i responsabili del progetto alla stampa. «Un numero in continua crescita, grazie all’aumento della domanda di prodotti lattiero-caseari da parte dei mercati emergenti».

 

Per saperne di più, clicca qui, per il sito del produttore del nuovo collare per vacche

 

7 aprile 2014