30 maggio 2009 – Lo avevano detto e lo hanno fatto. Dopo le accuse di due anni fa contro il Parmigiano-Reggiano agli Ogm, quelli di Greenpeace tornano alla carica del “re” dei formaggi, accusando consorzio e produttori di non aver risolto la questione della soia transgenica, che sarebbe, a detta dell’associazione ambientalista, tuttora presente nella dieta delle bovine dal cui latte viene prodotto quel formaggio.
Ne dà notizia oggi il quotidiano “Terra”, diretto da Pino Di Maula, che nel suo articolo “Greenpeace: «Il Parmigiano-Reggiano è fatto con Ogm” dà notizia di un rapporto appena presentato “che rivela alcuni aspetti inquietanti della produzione. Secondo quanto documentato dagli ambientalisti, infatti, le mucche che producono il latte con cui poi verrà creato il formaggio mangerebbero quotidianamente cibi geneticamente modificati della multinazionale Monsanto”. “Si tratterebbe”, prosegue l’articolo, “di soia non naturale che, in questo modo, contaminerebbe la filiera di produzione arrivando direttamente sulle nostre tavole”.
L’articolo, non firmato, ripropone le tesi degli “esponenti ecologisti” secondo cui sarebbe «in gioco la genuinità di un prodotto della nostra tradizione, che ha fatto della qualità il suo punto di forza. Bisogna agire subito per difendere il Parmigiano-Reggiano e salvarlo dalla trappola degli Ogm».
Greenpeace ritiene che i rischi legati alle colture transgeniche siano tali da giustificare un immediato stop alla coltivazione. Inoltre, in virtù dei seri dubbi sulla sicurezza degli Ogm per il consumo umano e animale, invocando il principio di precauzione, gli Ogm non dovrebbero essere utilizzati per la produzione di alimenti o mangimi.
Nella foto in alto, una delle immagini proposte al sito di Greenpeace http://www.parmigianogm.it/ come “campagna pubblicitaria” a favore di un Parmigiano-Reggiano “no Ogm”