Ancora uno studio scientifico, recentemente pubblicato da uno dei più insigni gruppi di ricerca in campo pneumologico, conferma l'importanza del consumo di formaggio nell'alimentazione umana. La notizia arriva da San Diego, negli Usa, e dimostra quanto una dieta specifica – basata sull'assunzione di pesce, formaggio, pompelmo e banane – porti giovamento nei pazienti affetti da Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva, clicca qui per saperne di più), agevolando la respirazione.
I ricercatori dell'American Thoracic Society, che nella città californiana ha sede, hanno sottoposto a varie diete alimentari nell'arco di tre anni e in otto sessioni di studio la bellezza di 2.200 adulti affetti dalla malattia cronica. La ricerca ha permesso di appurare che i malati nutriti con i suddetti alimenti tendevano ad avere una migliore funzione polmonare ed un minor numero di sintomi rispetto a quelli alimentati diversamente.
La sigla Bpco abbraccia una serie di patologie polmonari come l'enfisema e la bronchite cronica ed è in stretta relazione con il fumo di sigaretta. Negli Stati Uniti si registrano all'incirca quindici milioni di persone affette da queste sindromi (329milioni nel mondo) ed è la terza causa di morte a livello nazionale (la quarta nel mondo nel 2011).
Non è ancora chiaro se la dieta abbia effetti diretti sui polmoni dei pazienti con Bpco; il nuovo studio mostra semplicemente una relazione tra alcuni alimenti e una migliorata funzione polmonare. Per quanto la ricerca non indichi i meccanismi che producono tali risultati, né un preciso ruolo tra causa ed effetto, la spiegazione più plausibile addotta dai ricercatori è che gli alimenti con effetti antiossidanti e anti-infiammatori sono in grado di assicurare concreti benefici alla funzionalità polmonare dei pazienti.
"Nel caso di alcuni cibi", hanno sottolineato i ricercatori di San Diego, "il risultato è stato apprezzabile nell'arco delle 24 ore", vale a dire che "pazienti che hanno mangiato un determinato cibo hanno fatto registrare evidenti miglioramenti nei test del giorno successivo", mentre "nel caso di altri cibi, la relazione tra causa ed effetto è stata evidenziata in un maggior lasso di tempo", il che significa che alcuni alimenti sono legati più e meglio di altri ad una migliore funzione polmonare nel tempo.
"È possibile inoltre", è stato aggiunto, “che alcuni cibi come frutta e verdura, abbiano un effetto anti-infiammatorio a breve termine" ma è più probabile che una dieta bilanciata e personalizzata offra la migliore soluzione individuale.
In merito al formaggio, lo studio avrebbe rivelato che il fattore di utilità in esso contenuto sarebbe la vitamina D, in grado di facilitare la respirazione. Ovvio che se i formaggi fossero stati di animali al pascolo, la componente di antiossidanti in essi presente avrebbe sortito un ulteriore beneficio al risultato finale.
Intervistato dalle agenzie stampa statunitensi per commentare i risultati della ricerca, il professor Carlos Camargo della Harvard Medical School ha sottolineato quanto il modello alimentare adottato sia importante nell'alleviare i sintomi di questo tipo di patologie. In una sua ricerca, Camargo aveva concluso che le persone con diete analoghe a quella individuata dai colleghi dell'American Thoracic Society hanno meno probabilità di sviluppare Bpco rispetto alle persone che mangiano alimenti più elaborati, carni rosse e dolciumi.
Riferendosi all'importanza dell'alimentazione nella salute del genere umano, Camargo ha concluso sottolineando l'attualità della classica dieta mediterranea, in grado di ridurre le probabilità di infarto e di ictus, nei soggetti in età adulta.
3 giugno 2014